La verità è che Eurovision fa schifo e basta
Disclaimer: questo è un articolo di opinione che riflette l’idea personale dell’autore e che non ha subito alcuna revisione o modifica da parte di Termometro Politico.
Doverosa premessa: ci sono molte opinioni che girano in questo periodo che riguardano cose di grandissima importanza come per esempio le guerre, di cui si parla molto e spesso a sproposito. Tuttavia la cosa che colpisce di più la nostra immaginazione è spesso avvolta da un senso di vacuità e di frivolezza. La stessa arte, in generale, non è altro che una celebrazione del superfluo.
La ricerca della bellezza è per sua stessa definizione un qualcosa che un tempo veniva definita profana, pur avendo sempre avuto una sua indiscutibile nobiltà. Dante diceva “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. Lo scopo della vita secondo Dante non era essere ossessionati dalla bellezza o dall’edonismo, ma quello di seguire le virtù e la conoscenza, ovvero la ricerca della Verità (con la V maiuscola). Le virtù di un tempo sono state completamente dimenticate, e nella società attuale si ammirano e si elevano a modelli comportamenti che ai tempi di Dante sarebbero stati peccati capitali.
I grandi multimiliardari sono drogati di avidità e pure quando fanno finta di creare enti di beneficenza lo fanno solo per evitare di pagare le tasse (oltretutto è spesso il modo per essere ancora più influenti politicamente ed esercitare potere), aggiungendo l’ipocrisia e l’inganno ai loro tratti distintivi.
E allora tutti ad ammirare Bill Gates, Zuckerberg, Jeff Bezos e via dicendo, il cui scopo della vita è accumulare ricchezze e potere.
Altri personaggi molto ammirati sono attori, influencer e uomini di spettacolo, il cui tratto distintivo è quasi sempre un narcisismo patologico accompagnato da egocentrismo e spesso megalomania.
Un giovane di adesso si ispira quasi sempre a figure di questo tipo, inutile prendersi in giro.
Gente che non ha nessuna delle virtù di cui sopra che, ricordiamolo, ai tempi di Dante erano 7 e quasi nessuno ricorda quali fossero. E’ più facile che la gente ricordi quali erano i 7 nani, i più eruditi magari ricordano i 7 re di Roma, ma delle virtù di un tempo non c’è più traccia: in tutti i sensi.
Tornando al tema di questo pezzo sarebbe bello poter parlare di musica, ma il livello qualitativo è talmente basso che anche definirla musica è difficile. Oramai è tutto un turbinio di accordi sempre uguali, arrangiamenti insensati, voci filtrate con auto-tune, ritornelli scopiazzati, testi senza senso.
Sembra il Festival di Sanremo, ma amplificato un milione di volte e proiettato ancora di più verso un futuro distopico.
Eurofestival doveva essere un tentativo per amalgamare le varie anime e culture europee, ma il risultato è stato che delle musiche e delle culture delle varie nazioni c’è solo l’ombra. Si tratta in gran parte di una feroce omologazione alle mode statunitensi, con al massimo qualche dettaglio che richiama vagamente le culture locali europee.
È un fenomeno di costume nel quale vengono sdoganate e propagandate istanze che qualche decennio fa sarebbero state considerate degeneri e che certo Dante non avrebbe esitato a definire sataniche. Può sembrare una battuta ma non è cosi. Se Dante fosse trasportato con una macchina del tempo al giorno d’oggi, guardando Eurovision secondo voi cosa penserebbe? C’è uno solo di voi che avendo letto e studiato Dante avrebbe il minimo dubbio su quale sarebbe la sua reazione? Se vogliamo essere onesti no, non c’è nessun dubbio: direbbe che la società umana è totalmente preda del culto del “dimonio”.
Il rito satanico compiuto da Bambie Thug, artista irlandese, sul palco dell’Eurovision.
La musica è andata spesso a braccetto con l’impegno politico, si potrebbero fare moltissimi esempi. Pero insieme all’impegno politico c’era anche musica di altissimo livello qualitativo, studi interminabili, prove, talento a fiumi. Ora invece il massimo che sanno fare la gran parte di loro è accendere il PC e lasciare che un programma apposito faccia tutto da solo.
Attenzione non voglio dire che sono contrario alle conquiste sociali e civili che ci sono state negli ultimi 50 anni. Per carità! Voglio solo dire che forse, in un mondo ideale, la finestra di Overton avrebbe dovuto fermarsi già da un po’. Ma la storia ci insegna che quando si inizia una rivoluzione, dopo un po’, si scade facilmente negli eccessi opposti.
Inoltre come dicevamo le trasgressioni attuali sono solo delle brutte copie, fuori tempo massimo, di cose già viste. Basti pensare a David Bowie e a Renato Zero, giusto per fare due nomi, uno di profilo internazionale e uno di profilo italiano. Ci voleva coraggio vero, negli anni 70, per portare sul palco quei costumi e quei testi, ma soprattutto il livello musicale era eccelso. Quando qualcuno dei nuovi portabandiera della trasgressione sarà in grado di scrivere canzoni come “Heroes” o “La favola mia” ne riparleremo.
Mi piacerebbe poter parlare anche della immensa ipocrisia a contorno, relativamente alle contestazioni verso la cantante israeliana e sulla politicizzazione della musica. Non è una novità e non capisco chi si scandalizza adesso visto che ai cantanti russi non viene nemmeno permesso di partecipare alla gara. Chissà cosa si sarebbe detto se i russi avessero fatto a Kiev quello che è stato fatto a Gaza, ma oramai poco importa.
Il mondo in cui viviamo è tutto uno show, talmente intriso di falsità a tutti i livelli, che l’ipocrisia sembra esserne parte del DNA più profondo.
In altre parole: siamo condannati, e senza speranza di redenzione.
Lungi da me fare moralismo, io mi limito ad osservare senza pretendere che si faccia nulla. Si diceva “o tempora o mores” e a me sta bene, fate un po’ come vi pare, continuate così, alzo le mani.
Solo una cosa voglio dire: per quanto sia sempre stata una finzione collettiva almeno prima era bella da vedere, ti regalava dei momenti di gioia, delle emozioni. Bella musica, momenti che vedevi passare davanti agli occhi e ti rendevi contro che sarebbero diventati momenti storici, come l’esibizione dei Queen a Wembley nel 1985. Ora invece, parafrasando il Maestro Battiato l’unica cosa che mi viene da dire è: “sommersi soprattutto da immondizie musicali… sul ponte sventola bandiera bianca”.
PS se a qualcuno interessasse saperlo le virtù di un tempo erano 3 teologali (fede, speranza e carità) e 4 cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza).
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