Sondaggi TP: italiani spaccati su finanziamento pubblico e privato ai partiti
Come ogni venerdì, vi presentiamo il sondaggio della settimana, basato sulle più attuali vicende di politica interna ed estera. Per questa settimana ci siamo concentrati sulle molteplici vicende interne, sulle soglie di sbarramento per le le elezioni europee e, infine, sull’orientamento sinistra-destra degli elettori. Cominciamo.
Sondaggi politici TP: il finanziamento pubblico (e quello privato) divide i cittadini
Cominciamo da un tema che, per anni, è stato (o è tornato) al centro del dibattito politico: il finanziamento pubblico ai partiti. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa ne pensassero di una sua eventuale reintroduzione. Ebbene, la risposta più frequente, data dal 30,9%, crede che le attuali forme di finanziamento siano già adeguate. A ruota segue, invece, una risposta di carattere opposto, con il 28,7% che afferma che sia giusto reintrodurlo in quanto “l’abolizione del finanziamento pubblico è stata una mossa populista che ha favorito i partiti con sostenitori più ricchi e lo scambio di favori”.
Sulla scorta di questa risposta, c’è quasi un 20% che sostiene che l’attuale sistema di finanziamento non frena la corruzione ma che il finanziamento pubblico dovrebbe comunque essere inferiore rispetto a quello visto ed elargito durante tutta la Prima Repubblica. Infine, una parte sicuramente non trascurabile, il 15,7% sostiene che non solo non vada reintrodotta alcuna forma di finanziamento pubblico, ma che vada eliminato anche il rimborso post-elettorale e il 2×1000. Nel complesso, chi vuole un ritorno al finanziamento pubblico è in leggera maggioranza, ma la cittadinanza è di fatto spaccata in due.
Passiamo adesso a un altro tema caldo: quello della presentazione delle liste per le Europee e la soglia di sbarramento. Abbiamo chiesto se ci sono troppo barriere. Qui, la risposta è prevalentemente negativa. Ovvero: per un 33,2% (la moda statistica) è giusto che ci sia un filtro di questo tipo e le regole attuali sono adeguate. Un 23,9% sostiene che, invece, ci dovrebbe essere una stretta ulteriore perché già ci sono troppi partiti e bisognerebbe aumentare il numero di firme raccolte o alzare la soglia di sbarramento. Complessivamente, oltre il 56% del campione appoggia questo sistema o vorrebbe una stretta ulteriore.
Dall’altro, quasi un 20% afferma che un partito registrato debba potersi presentare senza passare dalla raccolta firme. Un 16,1%, infine, chiede esplicitamente di ridurre il numero di firme necessarie, in quanto le regole attuali favoriscono eccessivamente i partiti già presenti in Parlamento.
Passiamo, ora, a una delle proposte più chiacchierate della settimana: la reintroduzione della leva obbligatoria. Una proposta, forse anche provocatoria, lanciata dalla Lega, che ha sicuramente fatto discutere. L’opinione degli italiani sembra essere sfavorevole, con quasi il 60% di contrari. Per un 34,8% la difesa dovrebbe essere ad appannaggio di professionisti, ma si ritiene a favore di un servizio civile formativo e obbligatorio per i giovani. Per una persona su quattro (25,1%) si tratta propriamente di un anno sprecato, che i giovani dovrebbero poter sfruttare come meglio credono.
Dall’altra parte, si trova il pieno favore del 17,9% del campione, sia per il valore educativo sia per i potenziali impegni geopolitici. Un 20,5% conferma che si tratta di una buona idea ma i soldati di leva dovrebbero, in questo caso, essere adoperati solo per la difesa del Paese e non per missioni all’estero.
Sondaggi politici ed elettorali TP: il posizionamento sinistra-destra in Italia e le intenzioni di voto aggiornate
Chiudiamo con le intenzioni di voto e un’ultima diapositiva di sicuro interesse relativo al posizionamento ideologico. Nel sondaggio elettorale di questa settimana sondiamo definitivamente tutti i partiti che si presentano in tutte le circoscrizioni. Fa il suo esordio, con lo 0,7%, Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi.
I movimenti per i grandi partiti sono nell’ordine di pochi decimi. FDI recupera lo 0,2%, mentre il Movimento torna sotto i 16 punti e si ferma a 15,9 (-0,3%). Anche Forza Italia con Noi Moderati perde slancio (-0,2%) mentre la Lega rimane stabile all’8,8%. Calma piatta anche per Stati Uniti d’Europa. Variazioni minime per Azione (-0,1%) e AvS (+0,1%)
Qui, il sondaggio della scorsa settimana
Prima di passare a mostrare l’andamento della fiducia nel premier Giorgia Meloni, vediamo “dove si collocherebbe, in una scala da sinistra a destra, in cui 1=estrema sinistra e 10=estrema destra). Il dato che pesa maggiormente è di chi non crede più a questo tipo di classificazione (17%). Dato interessante: il 31,9% degli elettori del M5S scelgono questa opzione.
Poi, si nota come i due estremi (1-2 e 9-10) pesino in manierar quasi uguale (10,3% per l’estrema sinistra e 10% per l’estrema destra, con il primo dato che viene tirato fortemente da chi vota AvS, il secondo dall’elettorato di FDI e Lega). I valori più diffusi di questa scala sono il 3 (su cui si radica il 43% dell’elettorato del PD) e l’8 (scelto da oltre un elettore su tre sia di Lega che di FDI), ovvero una sinistra e destra non estreme, ma che non tendono nemmeno al centro. Qui, prevale leggermente la destra (15 a 14,4).
Infine, c’è un certo affollamento nei valori più centrici, con l’elettorato di Azione e degli Stati Uniti d’Europa che si riversa maggiormente sul 5. Rimanendo su questi due partiti, è interessante notare come ci sia una maggior tendenza a identificarsi con il centro-sinistra (4) che con il centro-destra (6 e 7).
Sondaggi TP, fiducia in Giorgia Meloni ancora in calo
Chiudiamo con la fiducia nella premier Meloni, che perde un altro mezzo punto di consenso e passa dal 38,7% al 38,1% (dato aggregato di molta + abbastanza fiducia). Dall’altra parte, più del 60% degli italiani danno poca (11,4%) o zero fiducia (50,1%) al leader di Fratelli d’Italia.
Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI tra il 14 e il 16 maggio 2024. Campione di 4.300 persone rappresentativo del territorio nazionale
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