Bonus rientro cervelli: a chi spetta e importo. Come si richiede?

Pubblicato il 17 Maggio 2024 alle 22:33
Aggiornato il: 19 Maggio 2024 alle 23:04
Autore: Guglielmo Sano
Bonus rientro cervelli

Bonus rientro cervelli: a chi spetta e importo. Come si richiede?

Bonus rientro cervelli: a disposizione dei lavoratori che tornano in Italia una tassazione molto agevolata. Quali sono i requisiti necessari per usufruirne? A quanto ammontano le detrazioni fiscali? Per quanto tempo è possibile sfruttarle? Una panoramica delle informazioni fondamentali sull’argomento.

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Bonus rientro cervelli: a chi spetta?

Bonus rientro cervelli: esclusivamente per alcune categorie di lavoratori che rientrano in Italia dopo un periodo all’estero è prevista una tassazione molto agevolata. Per sfruttare tale beneficio i lavoratori “impatriati” devono rispettare una serie di requisiti. Innanzitutto, devono appartenere a una specifica categoria professionale o comunque aver ricoperto ruoli di alta dirigenza e/o elevata specializzazione intellettuale o tecnica. Per esempio, hanno diritto alle agevolazioni tutti i professionisti sanitari, compresi i veterinari, ma anche gli architetti.

Altro requisito fondamentale aver avuto la residenza fiscale all’estero per almeno 3 anni. Richiesti 6 anni però se il lavoratore al rientro in Italia proseguirà il rapporto con la stessa azienda (o azienda dello stesso gruppo) per cui aveva lavorato all’estero. Richiesti 7 anni se al rientro il lavoratore proseguirà il rapporto con la stessa azienda (o azienda dello stesso gruppo) con cui lavorava in Italia prima dell’espatrio. Inoltre, per ricevere il bonus bisogna impegnarsi a risiedere in Italia per almeno 4 anni. Infine, l’attività lavorativa per cui si usufruirà della detrazione dovrà essere svolta prevalentemente sul territorio italiano.

Fino a quanto può arrivare?

Bonus rientro cervelli: dunque, per chi rispetta questi requisiti la detrazione Irpef – cioè la riduzione dell’imponibile – sarà pari al 50%. Non importa se il reddito proviene da lavoro dipendente o autonomo, l’importante è che non superi i 600mila euro. Se si oltrepassa tale soglia, la detrazione non verrà applicata alla quota eccedente. Per questa scatterà l’Irpef ordinaria. La detrazione sarà pari al 60% se il lavoratore si trasferisce insieme a un figlio minore. Stessa cosa se nel periodo di agevolazione si verifica la nascita di un figlio o un’adozione.

Si può usufruire di tale regime di tassazione agevolata per 5 periodi di imposta. In pratica, per l’anno del trasferimento e per i 4 anni successivi. Da precisare a questo punto che per chi rientra nel corso del 2024 scatta un prolungamento dell’agevolazione per ulteriori 3 anni (8 anni in tutto) ma solo nel caso in cui si trasferisce la residenza presso un immobile acquistato entro il 31 dicembre 2021 o nei 12 mesi precedenti al trasferimento e che si vuole adibire ad abitazione principale.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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