Sondaggi elettorali Ixé, Pd quasi al 21%, FI sopra la Lega
Tre partiti in bilico sulla soglia del 4%
Per alcune forze politiche le elezioni europee dell’8 e 9 giugno saranno al cardiopalma. Si tratta di quelle che sono in bilico sulla soglia di sbarramento del 4%. Secondo gli ultimi sondaggi elettorali di Ixé Verdi e Sinistra, Azione e Stati Uniti d’Europa hanno rispettivamente il 4,1%, e poi il 4% e il 4%, potrebbero entrare tutti o anche nessuno nel Parlmento di Bruxelles. Nel secondo caso sarebbero molti i seggi guadagnati in più dai cinque partiti con percentuali più alte. Per esempio da Fratelli d’Italia, che, perdendo tre decimali, scende di tre decimali al proprio minimo da un anno e otto mesi, il 26,3%. In discesa anche gli alleati di Forza Italia, che perde in un mese lo 0,6% ed è all’8,8%, comunque al di sopra della Lega, che però è in aumento di tre decimali all’8,3%.
All’opposizione anche per Ixé è un momento positivo per il Pd, che guadagna ben un punto e arriva al 20,9%, il dato migliore dal molto tempo. In compenso crolla, perdendo nove decimali, il Movimento 5 Stelle, ora al 15,5%, circa lo stesso dato delle politiche.
Tra le formazioni minori è in ascesa Pace Terra Dignità, che arriva al 2,3% e supera Libertà al 2,2%.
Sondaggi elettorali Ixé, solo il 35% ha già deciso di dare una preferenza
Secondo i sondaggi elettorali di Ixé gli italiani non sono così coinvolti da queste elezioni, una delle prove è che solo il 35% ha già deciso che esprimerà una preferenza per un candidato. Probabilmente è dovuto anche al fatto che ormai questo metodo non viene più usato da molto alle politiche, ma solo alle amministrative.
Il 29,3% pensa di non scrivere alcun nome, mentre il 35,1% non ha ancora deciso ed è probabilmente su questi che si concentrerà la propaganda politica dei partiti negli ultimi giorni del voto.
È nel Nord Ovest che il voto sembra essere più di opinione, solo il 29% ha deciso di dare una preferenza, mentre si arriva al 40% al Centro e nelle Isole. In Sicilia e Sardegna è anche minima, del 17% la percentuale di coloro che hanno deciso di non darle.
Tra gli elettori dei vari partiti sono i leghisti quelli più affezionati alle preferenze. Ne esprimerà una ben il 49% di loro, mentre tra quelli delle liste minori solo il 25%. Conta anche qui la notorietà del candidato, la Lega aveva avuto un ottimo risultato nel 2019 e ha molti eurodeputati uscenti.
Poco legati alle preferenze anche i forzisti, tra chi le userà solo il 27%, mentre si sale tra il 32% e il 37% fra gli altri.
Questi sondaggi elettorali sono stati realizzati dal 20 al 23 maggio su 1000 soggetti con metodo Cati-Cami-Cawi