Decreto Liste d’attesa: ok del Cdm. Cosa è stato previsto?
Decreto Liste d’attesa: ok del Cdm. Cosa è stato previsto?
Decreto Liste d’attesa: il Governo ha licenziato un provvedimento urgente con l’obiettivo di garantire l’erogazione più rapida delle prestazioni sanitarie. Presto dovrebbe arrivare un altro intervento con cui si dettaglierà lo stanziamento delle risorse. Cosa è stato previsto esattamente? Uno sguardo veloce alle misure che l’esecutivo intende introdurre.
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Decreto Liste d’attesa. Ok del Cdm. Cosa è stato previsto?
Decreto Liste d’attesa: come largamente annunciato nelle scorse settimane, licenziato dal Governo Meloni un provvedimento indirizzato a garantire un’erogazione più rapida delle prestazioni sanitarie. Il Ddl contiene delle misure con carattere d’urgenza. L’esecutivo ha già annunciato di essere al lavoro su un testo più articolato con cui verrà dettagliato lo stanziamento delle risorse.
Quali sono le misure contenute dal Decreto? Innanzitutto, come riporta l’articolo 1, si intende istituire una piattaforma nazionale per la gestione delle liste di attesa. Ciò dovrebbe portare a un monitoraggio puntuale delle singole piattaforme regionali (o di piattaforme “infraregionali”, previste adesso dall’articolo 3). Dunque, velocizzare le tempistiche di erogazione delle prestazioni sanitarie a fronte dell’individuazione di anomalie o inefficienze nella gestione delle prenotazioni.
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Le altre misure introdotte dal provvedimento
Decreto Liste d’attesa: altra importante novità su questo versante, se le prestazioni non saranno erogate dalle tempistiche previste dal grado di gravità, le aziende sanitarie dovranno garantirle in regime di intramoenia o presso un privato accreditato. Inoltre, il Decreto fissa per le aziende il divieto di sospendere o chiudere le prenotazioni. In parallelo, le stesso dovranno attivare un servizio di alert per il cittadino ricordandogli l’appuntamento prenotato (due giorni prima).
L’accumularsi di prestazioni prenotate e poi non effettuate è tra i fenomeni, chiaramente, che contribuiscono ad allungare le liste d’attesa: ora, anche se il cittadino non effettua la prestazione prenotata dovrà comunque pagare il ticket. Con l’articolo 4 del Decreto poi si dispone l’allungamento della fascia oraria disponibile per le prenotazioni, oltre a estendere la possibilità di effettuare la prestazione il sabato o la domenica.
Contestualmente si aumenta del 20% la tariffa oraria di chi svolgerà le prestazioni volte a diminuire i tempi di attesa e viene previsto il coinvolgimento dei medici specializzanti (incarichi fino a 10 ore settimanali). Invece, non si potrà ricorrere ai cosiddetti “gettonisti”: si potrà però procedere ad assunzioni con contratto di lavoro autonomi. Infine, i direttori sanitari saranno tenuti al raggiungimento di alcuni specifici obiettivi nell’ottica di diminuzione delle lungaggini. Il mancato raggiungimento di alcuni di questi potrebbe comportare la sospensione dall’albo nazionale dei direttori per 12 mesi.
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