Attenti al voto a perdere
Disclaimer: questo è un articolo di opinione che riflette l’idea personale dell’autore e che non ha subito alcuna revisione o modifica da parte di Termometro Politico.
Attenzione. Ci sono candidature-truffa, alle elezioni europee. Degli autentici ‘voti a perdere’: si raccomandano occhi aperti, al seggio. No, non stiamo parlando degli « impresentabili » che, avendo qualche procedimento giudiziario in corso, la commissione bicamerale Antimafia ‘sconsiglia’ di votare. Figuriamoci. È un argomento da piccoli Savonarola che non conoscono lo stato di diritto e il principio sacrale della presunzione di innocenza. Non esistono, in democrazia, impresentabili. Ma candidati-truffa, sì. Non sono quelli che, come dice qualcuno, essendo già in Parlamento, se eletti anche in Europa decideranno di rifiutare automaticamente: è il caso di tanti leader, da Meloni a Tajani, da Calenda a Schlein. Kingmaker delle preferenze che opteranno in tutta probabilità per tenersi stretto il seggio a Montecitorio o a Palazzo Madama, dando il loro posto a Bruxelles ai secondi in lista. Fanno qualcosa di illecito ? No. Qualcosa di scorretto, politicamente parlando? Forse sì. Diciamo che Max Weber, nel suo ragionamento sull’etica in politica, li avrebbe bocciati senza appello. Tuttavia è lecito candidarsi per rinunciare al seggio, e una volta avvisati gli elettori, questi hanno il potere di votare perfino per chi ne cavalca il voto per un calcolo di convenienza.
Ci sono però candidature-truffa che rappresentano raggiri veri e propri. Raggiri politici, non meno gravi di quelli penali. Le truffe dei candidati, delle liste, dei soggetti politici che corrono con programmi e proclami che nulla hanno a che vedere con l’agenda dell’Europarlamento, dunque con il lavoro che saranno chiamati a fare. È il caso di chi, come il Movimento Cinque Stelle, ma anche AVS, qualche Dem (Marco Tarquinio, Cecilia Strada) e i movimentisti di Michele Santoro hanno impostato tutta la campagna elettorale sul tema della pace. L’Ucraina, la Nato. Il budget per la difesa. Non parlano d’altro. Peccato che nel Parlamento europeo non esista un budget per la difesa, una voce unica per la politica estera, un protocollo condiviso per la sicurezza europea. Non esiste – purtroppo – un esercito europeo, un modello di eurodifesa, un gruppo di pronto intervento composto da tutti gli Stati membri. E dunque tutto il programma di chi grida in coro « Pace », come si sostanzia in Europa? In nessun modo. Ci ingannano. Non sembri una provocazione, ma in questa campagna elettorale si è parlato quasi di tutto tranne che degli argomenti che sono davvero oggetto del mandato europeo. Oltre la metà dei dibattiti, si guardino i talk show, sono un gigantesco inganno collettivo: la Russia di Putin, Israele di Nethanyahu. L’Ucraina che chiede armi. Senza dire che gli eserciti sono tutti nazionali, che la NATO non c’entra niente con l’Europa, che sulla diplomazia non esiste alcuna possibilità che l’Europa si muova all’unisono.
Di cosa si occuperanno i lavori del futuro europarlamento ? Di agricoltura e di pesca, prima di tutto. Di energia e di sostenibilità, moltissimo. Di trasporti e tecnologia, non poco. Di protocolli di sicurezza informatica, codici e regolamenti, dell’uso dell’AI. Tutti temi di cui in questa campagna non abbiamo sentito parlare nessuno. O quasi. Quando andiamo a votare, ricordiamocene.
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