Sondaggi politici Noto, sull’autonomia differenziata più no che sì

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La contrarietà al Sud più che compensa le opinioni favorevoli al Nord

Sarà uno dei temi caldi dei prossimi mesi, assieme al premierato. L’autonomia differenzata, fortemente voluta dalla Lega anche come forma di scambio con il rafforzamento della figura del premier, divide già gli italiani.

Se ne è occupata Noto, che nei suoi sondaggi politici mostra come i contrari, il 45%, siano più dei favorevoli, il 35%. Come è facile immaginare il gradiente geografico è ampio. Al Nord le opinioni positive sono più alte, anche se non sfondano, arrivando al 42%, sette punti in più di quelle negative, il 35%. Al Centro queste ultime, però, raggiungono il 50%, e nel Mezzogiorno il 57%. Qui i favorevoli sono solo un quarto.

Per il 47% la riforma dividerà l’Italia, le regioni del Nord saranno avvantaggiate. La pensa così anche la maggioranza relativa dei settentrionali, il 40%, oltre al 51% di chi vive al Centro e il 54% dei meridionali.

Il maggiore svantaggio, secondo questi sondaggi politici, è il fatto che le regioni più povere andranno in difficolta. È di questa opinione il 44%, che diventa il 66% nel Mezzogiorno. Qui il 62% pensa anche che cresceranno le disuguaglianze. Pochi vedono pericoli di tendenze separatiste o di aumento della burocrazia.

Sondaggi politici Noto, le conseguenze su sanità e scuola saranno negative per gli italiani

L’autonomia differenziata darà più poteri alle regioni in materia di istruzione e sanità. Secondo i sondaggi politici di Noto per il 44% i servizi sanitari delle regioni già in maggiore difficoltà peggioreranno ulteriormente. Come negli altri casi si tratta di una percentuale che sale nel Mezzogiorno, al 63%, e al Centro, al 57%.

Idem per la scuola, qui la differenza tra chi teme una maggior disparità e chi ha una visione più positiva è minore, del 4%, ma i primi sono comunque di più, 42% contro 38%. Se al Nord il 45% pensa che l’istruzione sarà più attenta al territorio, al Centro sono di più, il 47%, quelli che vedono più disuguaglianza, e diventano il 62% nel Sud e nelle Isole.