Primarie USA, molte conferme e qualche sorpresa

Pubblicato il 20 Maggio 2010 alle 09:45 Autore: Andrea Mollica
super tuesday

KENTUCKYPrimarie democratiche per il Senato: Jack Conway 44,1%, Daniel Mongiardo 43%Primarie repubblicane per il Senato:  Rand Paul 58,8%, Tray Grayson 35,4%[ad]Anche in Kentucky, Stato confinante con l’Arkansas, le primarie democratiche sono state nettamente più partecipate di quelle repubblicane. Le consultazioni erano però chiuse, ovvero solo gli elettori registrati ad un partito potevano votare. Sul fronte GOP la vittoria, oltremodo netta, è arrisa all’eroe del Tea Party, Rand Paul. Il candidato dell’establishment repubblicano, il Segretario di Stato Grayson, è stato umiliato da Paul, che ha rifiutato di rispondere alla sua chiamata di congratulazioni. La campagna, caratterizzata da uno scontro molto acceso, ha lasciato molti screzi tra i due fronti. Secondo l’ultimo sondaggio di PPP il 44% degli elettori di Grayson non son intenzionati a votare per Paul a novembre. Una situazione che potrebbe beneficiare Jack Conway, che ha sconfitto il vice governatore dello Stato Mongiardo con un margine inferiore al punto percentuale. La maggior forza di Conway, candidato più liberal, nelle aree urbane, Louisville in testa, si è rivelata alla fine decisiva. Il Kentucky è uno Stato conservatore ma abbastanza lontano dalla proposta libertaria di Paul, e i sondaggi rilevano al momento una competizione molto equilibrata.


SONDAGGIOltre agli uscenti in questa tornata sono andati abbastanza male anche i sondaggi. Nelle primarie democratiche della  Pennsylvania solo Suffolk aveva rilevato un vantaggio netto di Sestak, ed era stato considerato un outlier. In Kentucky le rilevazioni son state abbastanza precise, mentre in Arkansas Halter è stato decisamente sottovalutato, oltre al margine di errore statistico. Il risultato più deludente è stato registrato nella suppletiva della Pennsylvania. Una competizione sul filo di lana era il quadro rilevato dalle indagini, mentre la vittoria del candidato democratico è stata netta. Rispetto alla quasi perfezione delle ultime presidenziali, si nota come le primarie e le elezioni speciali siano ancora una sfida da vincere per la demoscopia americana. La bassa partecipazione, la difficile scelta tra candidati dello stesso partito e l’arduo compito di costruire un campione rappresentativo rappresentano ostacoli ancora da superare per i sondaggisti a stelle e strisce, che rimangono comunque i migliori sulla piazza.