Dubai e la via del cotone, le sfide e le opportunità del nuovo scenario economico
Comprendere le dinamiche geopolitiche attuali è fondamentale per navigare con successo nel complesso scenario economico globale. La nuova Via del Cotone, conosciuta come IMEC (India-Middle East-Europe Economic Corridor), rappresenta un esempio chiave di come le relazioni internazionali e le strategie infrastrutturali possano ridisegnare le rotte commerciali e influenzare profondamente i mercati globali. In questo contesto, Dubai emerge come un nodo cruciale grazie alla sua posizione strategica e alle sue infrastrutture avanzate, fungendo da ponte tra Asia, Medio Oriente ed Europa. Analizzare il ruolo di Dubai in questo nuovo corridoio economico offre una prospettiva unica sulle potenzialità di crescita e sulle opportunità di investimento in una delle regioni più performanti del mondo.
La Via del Cotone: il progetto
Già 10 mesi fa la Casa Bianca ha pubblicato un Memorandum of Understanding (MoU) che annunciava la creazione di un corridoio economico India-Medio Oriente-Europa noto come IMEC (India-Middle East-Europe Economic Corridor) e la notizia non casualmente è giunta a margine del G20, che aveva luogo in India.
Marco Carnelos, già a lungo ambasciatore, afferma che “Gli obiettivi includono aumentare l’efficienza dei trasporti, ridurre le spese, incrementare le sinergie economiche, creare nuovi posti di lavoro e ridurre le emissioni energetiche. Pertanto, si tratta di un’integrazione trasformativa tra Asia, Medio Oriente ed Europa. Questa rotta, che comprende implicazioni economiche, commerciali, energetiche e digitali, mira a divenire una soluzione più pratica, veloce e sicura rispetto all’attuale rotta, che attraversa Mar Rosso e Canale di Suez”.
“Le tempistiche di realizzazione del piano sono ancora in fase di definizione, anche alla luce della dubbia fattibilità in merito ai collegamenti ferroviari nel deserto arabico e alla possibilità di consegna dei beni in Europa, in tempi più ottimizzati rispetto a quelli offerti dalla rotta di Suez”, continua Carnelos, “ma la vera sfida sarà fare i conti col mercato: le autorità manovrano il commercio, ma il test veritiero sarà dato dagli operatori che producono, comprano e vendono i beni”.
L’Influenza di Dubai nell’IMEC
In merito al ruolo dell’Emirato, abbiamo intervistato Daniele Pescara, attivo nel’ambito della consulenza per la costituzione di società a Dubai e servizi annessi.
L’imprenditore veneto ci ha riferito che “grazie al lancio del progetto IMEC, alcuni Paesi saranno valorizzati, in base alla loro posizione strategica: tra questi, spicca su tutti il territorio di Dubai, che trarrà enorme vantaggio dal nuovo canale di commercio. Già al centro dell’attenzione globale da diversi anni grazie alla sua economia performante e alla sua politica di favore per gli investimenti, l’Emirato si è affermato quale hub finanziario internazionale di riferimento per gli operatori di settore: grazie alla nuova Via del Cotone, il Paese si rivelerà un luogo di massimo interesse per chi vorrà cavalcare l’onda del successo commerciale di ampio raggio”.
In merito all’influenza emiratina nel progetto di cui trattasi, poi, Pescara afferma che “quel che più conta, tuttavia, indipendentemente dagli sviluppi futuri, è che gli operatori economici e commerciali devono tenere a mente due aspetti cruciali, che rimangono validi sia che prevalga la Via della Seta cinese sia la Via del Cotone indo-araba-europea. Ovvero che gli Emirati Arabi Uniti, e in particolare Dubai, continueranno a essere un nodo logistico fondamentale per entrambe le rotte, e che la strategia più efficace per queste due potenziali rotte economiche e commerciali è di considerarle non come rivali, ma come complementari. Solo in questa prospettiva pragmatica sarà possibile valutare le leadership arabe e cinesi come sinergiche tra loro”.