Chi è Valentina Petrillo: moglie, figli, correrà alle Paralimpiadi di Parigi 2024

Chi è Valentina Petrillo: moglie, figli, correrà alle Paralimpiadi di Parigi 2024

Chi è Valentina Petrillo: moglie, figli, correrà alle Paralimpiadi di Parigi 2024

Valentina Petrillo, nata come Fabrizio Petrillo, è un nome che oggi risuona non solo nel mondo dello sport, ma anche in quello della lotta per i diritti e l’inclusione e che, sulla falsariga di quanto successo con la campionessa algerina Imane Khelif, ha fatto e farà molto discutere.

Nata il 2 ottobre 1973 a Napoli, Petrillo è un’atleta paralimpica che ha affrontato sfide personali e professionali con una determinazione incrollabile e alla soglia dei 50 anni, sta per affrontare la sfida sportiva più grande di tutte: gareggiare alle Paralimpiadi di Parigi 2024, diventando la prima atleta transgender a partecipare al massimo evento sportivo del pianeta.

Chi è Valentina Petrillo, l’infanzia e la diagnosi della sindrome di Stargardt

La storia di Valentina Petrillo è segnata da eventi che l’hanno profondamente trasformata. All’età di 14 anni, durante un esame scolastico, si accorse di non riuscire a leggere correttamente. Questo evento portò alla diagnosi della sindrome di Stargardt, una malattia genetica che causa una progressiva perdita della vista, lasciandola ipovedente. Per una giovane ragazza appassionata di atletica, questo fu un duro colpo. Tuttavia, grazie al supporto dei suoi genitori, iniziò un viaggio di ricerca per trovare soluzioni, viaggiando anche all’estero. Nonostante la malattia, continuò a vivere una vita il più normale possibile, cercando di mascherare la sua condizione e nascondendo la sofferenza interiore derivata dalla malattia.

Il Trasferimento a Bologna, il calcio a 5 e l’amore per l’atletica leggera: 11 titoli nelle competizioni maschili

Nel 1994, Fabrizio Petrillo si trasferì a Bologna, città che divenne il suo nuovo punto di riferimento. Qui, oltre a terminare gli studi e trovare lavoro nel settore informatico, riprese a coltivare la sua passione per lo sport. Sebbene avesse già mostrato un interesse per l’atletica da giovane, fu solo dopo il trasferimento che iniziò a praticare seriamente. Tuttavia, la diagnosi di Stargardt la costrinse a interrompere temporaneamente la carriera sportiva.

A Bologna, trovò una nuova passione nel calcio a 5, entrando a far parte della Nazionale Italiana per ciechi. Ma il richiamo della pista era troppo forte. A 41 anni, decise di riprendere a correre, questa volta nelle competizioni paralimpiche. In breve tempo, riuscì a conquistare 11 titoli nazionali nella categoria maschile, dimostrando che la sua determinazione e il suo talento erano rimasti intatti nonostante le avversità.

La transizione di genere e il coming out, da Fabrizio a Valentina Petrillo

Nel 2017, dopo anni di lotta interiore, Valentina fece coming out, iniziando il suo percorso di transizione di genere. “Nasco come Fabrizio, ma ho sempre sentito di essere diversa,” racconta Valentina. Per lei, questo percorso rappresentò una liberazione da un corpo che non la rappresentava. Con il supporto del Gruppo Trans APS, iniziò a farsi chiamare Valentina e nel 2019 intraprese il processo di affermazione di genere. Un anno dopo, partecipò per la prima volta nella categoria femminile ai campionati italiani paralimpici di atletica leggera, diventando la prima atleta transgender a gareggiare nella storia dello sport paralimpico italiano.

Valentina Petrillo ha così ottenuto numerosi successi nella sua carriera sportiva. Oltre ai titoli nazionali nella categoria maschile, ha stabilito record nazionali nei 200 e 400 metri nella classe T12/T13, dedicati agli atleti ipovedenti. Nel 2021, ha rappresentato l’Italia ai campionati europei paralimpici, classificandosi al quinto posto nei 400 metri T12, e nel 2023 ha conquistato due medaglie di bronzo ai Mondiali Paralimpici di Parigi.

La partecipazione alle Paralimpiadi di Parigi 2024 rappresenta per Valentina Petrillo il culmine di un percorso di sfide personali e sportive. A 50 anni, correrà nelle categorie T12 dei 200 e 400 metri femminili. “Il mio obiettivo è entrare in finale,” ha dichiarato, “e sarebbe fantastico ottenere una medaglia, migliorando i tempi che ho registrato lo scorso anno ai Mondiali.”

5 nanomoli: la storia su chi è Valentina Petrillo

La storia di Valentina Petrillo è stata raccontata nel documentario “5 nanomoli – Il sogno olimpico di una donna trans”, prodotto da Ethnos in collaborazione con l’Associazione Gruppo Trans APS. Il titolo del film si riferisce al limite di concentrazione di testosterone consentito per le atlete transgender nelle competizioni femminili. Questo documentario ha contribuito a portare alla luce le sfide e le discriminazioni che le persone transgender devono affrontare, specialmente nel mondo dello sport.

Le Controversie e le Sfide Sociali

Nonostante i suoi successi, Valentina ha dovuto affrontare numerose controversie e discriminazioni. La sua partecipazione alle competizioni femminili ha suscitato dibattiti sulla correttezza del confronto sportivo con atlete biologicamente femmine. Alcune atlete e figure pubbliche hanno espresso dubbi sulla sua presenza nella categoria femminile, citando presunti vantaggi derivanti dalla sua struttura fisica originariamente maschile.

Nel 2023, durante i Campionati Italiani Master Indoor di Ancona, un comitato di 30 atlete ha inviato una diffida alla Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) per impedire l’accesso di Valentina negli spogliatoi femminili. La qualificazione di Petrillo per Parigi 2024 è stata contestata anche dalla spagnola Melani Bergés Gámez, arrivata quarta dietro di lei ai Mondiali. Bergés Gàmez, affetta da albinismo, ha protestato sostenendo che una donna transgender abbia un vantaggio fisico sulle donne cisgender, pur dichiarando di non odiare le persone trans. Ricordiamo che mentre la World Athletics non permette alle atlete transgender di competere nelle gare femminili a meno che la transizione non sia avvenuta prima della pubertà, il Comitato Paralimpico Internazionale lo consente, permettendo a Petrillo di inseguire il suo sogno olimpico, nonostante le resistenze incontrate anche in Italia.

Chi è Valentina Petrillo, moglie, figlio e il supporto incondizionato

Nonostante le sfide, Valentina ha trovato un forte sostegno nella sua famiglia e nel suo ambiente di lavoro. Suo padre, nonostante le difficoltà iniziali, è stato il primo a chiamarla Valentina, un gesto che lei non dimenticherà mai. Anche suo figlio Lorenzo, di 9 anni, ha accettato il cambiamento del genitore, continuando a chiamarla “papi”. Con la moglie Elena ha mantenuto un buon rapporto, anche per sostenere il figlio Lorenzo. Sul fronte lavorativo, l’azienda informatica dove lavora ha sempre rispettato la sua scelta, valutandola per le sue capacità professionali piuttosto che per le scelte e decisioni prese sul proprio corpo.

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