Ius scholae e ius culturae: differenze con ius soli e ius sanguinis
Ius scholae, ius culturae, ma anche ius soli e ius sanguinis: quali sono le differenze tra questi diritti? In Italia, la presenza di studenti con background migratorio è ormai una realtà consolidata. Più di 870 mila alunni con cittadinanza non italiana frequentavano le scuole italiane nell’ultimo anno scolastico, con quasi il 70% di loro nato sul suolo italiano.
Ius scholae, ius soli e ius sanguinis: riforma della cittadinanza necessaria?
Da anni, il dibattito politico italiano si concentra sulla necessità di una riforma della cittadinanza, con varie proposte che mirano a riconoscere il diritto di cittadinanza ai minori nati o cresciuti in Italia. Attualmente, la legge italiana si basa principalmente sul principio dello ius sanguinis, che garantisce la cittadinanza solo ai figli di cittadini italiani, escludendo i bambini nati da genitori stranieri. Tuttavia, le discussioni parlamentari hanno portato avanti anche proposte di ius soli temperato, ius scholae e ius culturae, che cercano di adattare il sistema attuale alle esigenze di una società sempre più multietnica.
Ius scholae, ius soli e ius culturae: cosa sono e differenze
Il termine ius soli si riferisce al diritto di cittadinanza basato sul luogo di nascita. Nei paesi che adottano questo principio, come gli Stati Uniti, chi nasce sul territorio nazionale acquisisce automaticamente la cittadinanza. In Italia, invece, lo ius soli non è mai stato adottato in forma pura, ma sono state avanzate proposte di ius soli temperato, che prevedono l’acquisizione della cittadinanza solo se almeno uno dei genitori risiede legalmente in Italia da un certo numero di anni.
Il principio dello ius scholae, invece, propone che i minori stranieri, nati in Italia o arrivati entro i 12 anni, possano ottenere la cittadinanza dopo aver completato almeno cinque anni di scuola nel sistema educativo italiano. Si tratta di una soluzione che cerca di collegare la cittadinanza all’integrazione nel tessuto sociale italiano attraverso il sistema scolastico.
Lo ius culturae è un concetto simile, che lega la cittadinanza alla partecipazione attiva e all’assorbimento della cultura del paese ospitante, attraverso la frequentazione delle scuole italiane. Questo principio punta a premiare l’integrazione e la partecipazione alla vita culturale del paese, offrendo la cittadinanza ai minori che dimostrano di essersi integrati attraverso il percorso scolastico.
Quali sono le differenze tra ius scholae e ius culturae: il dibattito politico
Negli ultimi anni, diverse proposte di legge hanno cercato di introdurre il principio dello ius culturae o dello ius scholae nel sistema italiano. La proposta di Renata Polverini del 2018, ad esempio, ha cercato di combinare lo ius soli temperato con lo ius culturae, prevedendo la cittadinanza per i bambini nati in Italia, residenti ininterrottamente e che abbiano completato il ciclo di istruzione primaria. Tuttavia, questo approccio non ha portato a una legge definitiva.
Un’altra proposta, avanzata nel 2022, ha definito il concetto di ius scholae, prevedendo la cittadinanza per i minori stranieri che avessero completato almeno cinque anni di scuola in Italia. Nonostante il supporto bipartisan, la proposta non è stata approvata prima della fine della legislatura, lasciando ancora una volta in sospeso la questione della cittadinanza per le seconde generazioni.
Lo ius culturae in Europa
A livello europeo, lo ius culturae e lo ius scholae non sono presenti in alcun ordinamento giuridico. La maggior parte dei paesi europei, come Francia e Germania, adotta ancora il principio dello ius sanguinis, ereditato dalla Rivoluzione Francese, e solo pochi stati hanno introdotto forme temperate di ius soli. L’Italia, dunque, potrebbe diventare il primo paese europeo a codificare formalmente lo ius culturae come criterio per l’acquisizione della cittadinanza, segnando un cambiamento significativo nel panorama legislativo del continente.
L’incremento degli studenti stranieri nelle scuole italiane: dati e distribuzione
Nell’anno scolastico 2022-2023, il numero di studenti con cittadinanza non italiana nelle scuole italiane ha raggiunto quota 914.860, registrando un aumento del 4,9% rispetto all’anno precedente. Questo incremento, tuttavia, non ha compensato il calo complessivo della popolazione studentesca italiana, che ha visto una diminuzione di quasi 103 mila unità, pari all’1,2%. Attualmente, gli studenti con cittadinanza non italiana rappresentano l’11,2% del totale degli studenti in Italia.
Gli studenti provengono da circa 200 diversi paesi, con una netta predominanza di quelli di origine europea (44,42%), seguiti da studenti africani (27,25%) e asiatici (20,27%). I gruppi più rappresentati sono quelli rumeni, albanesi e marocchini, che insieme costituiscono oltre il 40% degli alunni con cittadinanza non italiana.
Disparità nella distribuzione territoriale e regolarità scolastica
La distribuzione degli studenti stranieri varia notevolmente tra le diverse regioni italiane. Le regioni settentrionali presentano una maggiore concentrazione di alunni con cittadinanza non italiana, mentre nel Sud Italia questa presenza è decisamente più ridotta.
Anche il percorso scolastico degli studenti stranieri mostra notevoli differenze rispetto a quello dei loro coetanei italiani. Nell’anno scolastico 2022-2023, il 26,4% degli studenti senza cittadinanza italiana presentava anni di ritardo nel proprio percorso scolastico, una percentuale significativamente superiore al 7,9% riscontrato tra gli studenti italiani. Questo divario si amplia ulteriormente nelle scuole superiori, dove il 48% degli studenti stranieri aveva accumulato ritardi rispetto al 16% degli italiani. Inoltre, oltre un quarto degli studenti stranieri non completa il ciclo di istruzione secondaria, con tassi di abbandono scolastico più elevati tra i ragazzi rispetto alle ragazze.
Un aspetto particolarmente rilevante è il crescente numero di studenti stranieri nati in Italia. Tra il 2018-2019 e il 2022-2023, il numero di questi studenti è passato da oltre 553 mila a quasi 599 mila, rappresentando il 65,4% del totale degli studenti stranieri.
Qui i dati sugli alunni stranieri nel 2023 secondo il rapporto ISMU sulle migrazioni 2023.
Differenze tra ius scholae, ius culturae, ius soli e ius sanguinis: tabella comparativa
Principio | Descrizione | Stato di applicazione |
Ius Sanguinis | Cittadinanza acquisita per nascita da genitori cittadini | Italia, molti paesi europei |
Ius Soli | Cittadinanza acquisita per nascita sul territorio nazionale | Stati Uniti, Canada |
Ius Culturae | Cittadinanza acquisita attraverso l’integrazione culturale e la frequentazione del sistema scolastico | Proposte in Italia, non ancora in vigore |
Ius Scholae | Cittadinanza acquisita attraverso il completamento di un ciclo scolastico | Proposte in Italia, non ancora in vigore |
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