In lieve recupero Pd e Movimento 5 Stelle
Dopo la pausa estiva e i cambiamenti che ha impresso alle intenzioni di voto ora sembra esserci una certa stabilità, lo certificano i sondaggi elettorali di Swg, che mostrano come i movimenti si limitino a pochi decimali. Il maggiore è quello del Pd, che sale dello 0,3% e va al 22,8%, un livello maggiore di quello di settimana scorsa, ma comunque inferiore a quello delle europee. Sale anche l’altro principale partito di opposizione, il Movimento 5 Stelle, che guadagna due decimali e si porta all’11,7%.
Nella maggioranza segno più, molto piccolo, solo per Fratelli d’Italia, che cresce dello 0,1% al 30,3%, mentre Forza Italia e Lega perdono lo 0,1% e lo 0,2%, andando rispettivamente all’8,4% e all’8,1%. Tornando all’opposizione, scendono Verdi e Sinistra, che perdono due decimali e sono ora al 7%, stessa diminuzione anche per Azione, che ora è al 3% tondo. Sono stabili, invece, Italia Viva e +Europa, al 2,6% e all’1,7%.
Tra le liste minori Sud chiama Nord sale di due decimali all’1,1% e quelle sotto l’1% arrivano complessivamente al 3,3%
Sondaggi elettorali Swg, i pentastellati contro il divieto rigido di doppio mandato
A tenere banco, nell’agone politico, è il riaccendersi delle tensioni tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, ormai ai ferri corti più che mai. Ma da che parte stanno gli elettori pentastellati? Secondo i sondaggi elettorali di Swg in grande maggioranza, il 74%, con l’ex Presidente del Consiglio, solo il 14% sta con il fondatore e il 4% con nessuno dei due.
Se ci fosse una scissione alimentata da Beppe Grillo solo il 21% degli attuali elettori del M5S sceglierebbe il nuovo movimento, il 68% rimarrebbe con Conte, ma c’è anche un 10% di indecisi.
Non a caso su una delle materie del contendere, il vincolo del doppio mandato, su cui Grillo insiste, il popolo del Movimento 5 Stelle appare sempre più vicino alle posizioni di Conte. La percentuale di quanti pensano che vada mantenuto senza eccezioni un poco più di due anni è scesa dal 32% al 22%. Al contrario è salita dal 35% al 52% la quota di quanti pensano che vada mantenuta prevedendo però eccezioni, mentre per il 19% va abolita.
Questi sondaggi elettorali sono stati realizzati tra l’11 e il 16 settembre su 1300 (1.200 nel caso delle intenzioni di voto) soggetti con metodo Cati-Cami-Cawi