USA 2012: La sfida stato per stato per il Senato
GUIDA AL SENATO: COME FINIRA’ NEL 2012?
“Era davvero orgoglioso di far parte del club più esclusivo al mondo: il Senato degli Stati Uniti”, così Margaret Truman, cantante di successo ma soprattutto figlia del Presidente della “bomba”, Harry Truman, disse in occasione delle sue esequie. E mai affermazione potrebbe essere più veritiera.
[ad]Sono molte le persone che erroneamente credono che il Presidente degli Stati Uniti sia l’uomo più potente del mondo, vi è in realtà qualcuno più potente di lui, oltre ai nove giudici della Corte Suprema, e sono i cento membri della camera alta del Congresso che frequentano l’ala destra di Capitol Hill.
Mentre tutti discutono delle elezioni di Novembre, di come Obama potrebbe vincere un secondo mandato e di cosa dovrebbe fare Mitt Romney, ormai ufficialmente il candidato Repubblicano, per impedirglielo; sono in pochi ad analizzare attentamente delle elezioni ben più importanti: quelle per il controllo della Camera Alta.
Furono proprio i “padri costituenti” durante la convention di Philadelphia, in ossequio ai principi ispiratori del politico francese Montesquieu, a voler introdurre nella Costituzione il potere di “check and balances” del Senato degli Stati Uniti: il Presidente può sì nominare i giudici federali e della Corte Suprema, i Ministri del suo Governo, i principali amministratori dello Stato ma qualsiasi sua azione deve essere validata dal Senato. Un Presidente che non controlla anche la maggioranza in Senato, oltre che alla Camera, è a tutti gli effetti “un principe dimezzato”.
Barack Obama è stato, dal 2008 al 2010, uno dei pochi Presidenti degli ultimi decenni a godere della cosiddetta “anti-filibuster majority”, ovvero della possibilità di poter evitare qualsiasi tentativo ostruzionistico da parte della minoranza. Se la maggioranza aritmetica è difatti di 51 membri su 100, la maggioranza reale è e deve essere, negli obiettivi di qualunque partito, 60. Servono 60 voti per poter invocare “cloture” e accorciare i tempi di discussione e voto. E fu grazie proprio a questa regola, più volte applicata dal leader Democratico al Senato Harry Reid, se l’Amministrazione Obama è riuscita a far passare provvedimenti molto discussi quali la Riforma Sanitaria (meglio noto come Affordable Care Act, o Obama-Care) e i famosi Bailout.
Grande fu la festa dei Repubblicani quando, in una elezione speciale in seguito alla morte di Ted Kennedy, “il leone del Senato”, riuscirono a conquistare quel seggio che era divenuto quasi “dinastico” ed era stato controllato prima da Bob e poi, per l’appunto da Ted. Nessuno si sarebbe mai aspettato che un conservatore, per quanto apprezzato, come Scott Brown potesse mai vincere quell’elezione e le urla dei sostenitori “41, 41, 41” invocavano proprio questo: Brown era appena diventato il Senatore repubblicano numero 41, era la fine della “anti-filibuster majority” per Obama e i Democratici.
Poi venne l’elezione del 2010 e i Democratici vennero sconfitti in numerosi altri stati (e sarebbero stati sconfitti forse fino a perdere la maggioranza non avesse il Tea Party optato per candidati spesso impresentabili al posto di Repubblicani moderati di provata esperienza): 53 a 47.
La battaglia finale è stata quindi rinviata al 6 Novembre del 2012. Lo stesso giorno in cui gli occhi del mondo saranno sulla sfida fra Obama e Romney, si combatterà anche la battaglia più importante. I Democratici saranno chiamati a difendere 23 seggi, i Repubblicani solo 10 e sarà “l’outcome” di questa elezione a decidere se chiunque diverrà Presidente avrà davvero “il diritto” di governare.
Analizziamo brevemente la situazione e vediamo quali sono le previsioni dei principali analisti politici Americani sulla “battaglia del Senato”.
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Come già per gli Stati che decideranno l’elezione presidenziale, non tutti i 33 seggi al voto (il Senato, a differenza della Camera che si rinnova nella sua totalità ogni 2 anni, mette “in palio” un terzo dei seggi ogni biennio, garantendo così ai Senatori eletti mandati ininterrotti di ben sei anni) saranno “competitivi” e in molti il partito che lo detiene dovrà affrontare solamente una “token opposition”, opposizione di facciata. Sono i seggi cosiddetti “Safe Democratic” o “Safe Republican”.
[ad]I seggi “democratici” a prescindere sono quelli di California, Delaware, Maryland, Minnesota, New York (due seggi in contemporanea), Rhode Island e Vermont (il senatore uscente Bernie Sanders, è in realtà un indipendente socialista ma, come già detto, fa “caucus” coi Democratici). I seggi “sicuramente repubblicani” sono invece quelli di Mississippi, Tennessee, Texas, Utah e Wyoming. Nessuna di queste sfide sarà di particolare rilevanza, i risultati si danno già per acquisiti a meno che non avvenga un qualche scandalo, comunque altamente improbabile.
Esistono poi i seggi che vengono chiamati “Likely Democratic” o “Likely Republican”. Queste sono sfide dove il partito Democratico o il partito Repubblicano sono fortemente favoriti ed è alquanto difficile che perda la maggioranza. Le analisi politiche in merito non sono unanimi, molti preferiscono denominare questi seggi come “Lean” ovvero tendenti ad un partito.
Infine esistono i cosiddetti seggi “Toss-Up”, quelli dove non esiste un vero favorito e l’elezione è alquanto indecisa, almeno quanto il lancio di una moneta. Queste sono spesso le sfide dove si gioca il controllo del Senato.
Vediamo ora quali potrebbero essere i seggi “Likely”, “Lean” e “Toss-Up”.
Connecticut
Il “Nutmeg State” è uno stato di tradizione democratica, come gran parte della costa orientale ed ha sempre votato per I candidati del partito del Presidente uscente fatta eccezione per la popolare governatrice (fino al 2010) Jodi Rell. Chris Murphy, stella nascente del partito Democratico, dovrebbe essere il candidato favorito per l’elezione. Se la Rell avesse deciso di correre questo stato sarebbe forse classificato come “Tossup” ma attenzione, Murphy potrebbe trovare un avversario ostico dell’ex deputato moderato Chris Shays, sempre che questo vinca le primarie interne al partito Repubblicano che per ora vedono come “grande favorita” la candidata perdente del 2010, imprenditrice del settore wrestling nonché ricchissima Linda McMahon. Al momento la sfida più probabile sarà proprio Murphy-McMahon e sarà molto difficile per i Repubblicani strappare questo seggio che, in condizioni più favorevoli, potrebbe essere messo in gioco. LIKELY DEMOCRATIC.
Michigan
La senatrice democratica uscente Debbie Stabenow non è uno dei personaggi più popolari e per questa ragione sembrava poter essere un “target” per il Partito Repubblicano. Il GOP ha però faticato nel trovare un candidato da opporle e, quando sembrava averne trovato uno, l’ex deputato Pete Hoekstra, lo stesso ha rilasciato uno spot TV dai caratteri “vagamente razzisti” che lo ha colpito duramente nella popolarità, facendolo crollare nei sondaggi. C’è ancora tempo per Hoekstra per recuperare ma, al momento, sembra che il Partito Repubblicano abbia perso le speranze di rimettere in gioco questo importante seggio. LIKELY DEMOCRATIC.
Pennsylvania
La Pennsylvania è uno stato “strano”. Fa parte della “rust belt” dei “colletti blu”, vota tradizionalmente democratico nelle elezioni presidenziali (ma qualcuno dice che Romney, tutto sommato, potrebbe giocarsela) ma non disdegna di votare i candidati Repubblicani per il congresso o per Governatore. A guidare lo Stato è attualmente Tom Corbett, repubblicano, e ricordiamoci che fu il “Keystone State” ad eleggere al Senato il ben conosciuto Rick Santorum o l’altrettanto conservatore Pat Toomey. Difficilmente sarà in gioco nel 2012 però, il Senatore uscente Bob Casey Jr. è enormemente popolare, fa parte di una delle famiglie più rispettate dello Stato e soprattutto non ha attirato avversari di primo piano. LIKELY DEMOCRATIC.
New Jersey
Il “Garden State” è uno stato solidamente Democratico, fatta eccezione per Chris Christie, governatore e stella nascente del Partito Repubblicano. Il Senatore uscente, Bob Menendez, è altamente impopolare e in tutti i sondaggi non riesce a racimolare più che il 45-46% delle preferenze. Di fronte ad un candidato repubblicano di primo piano, come Christie, questo seggio potrebbe essere messo in gioco, ma al momento questa possibilità appare alquanto remota. LIKELY DEMOCRATIC.
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Washington
[ad]Proprio qua, a Seattle e dintorni, si giocò una delle “partite” più importanti nel 2010. Il politico statale, e più volte candidato per il Congresso, Dino Rossi perse la sfida contro l’importantissima senatrice Democratica Patty Murray per poco più di 2 punti percentuali. Come tutti gli stati della west coast, Washington è tradizionalmente repubblicana nell’entroterra, ma le grandi metropoli (in questo caso Seattle) controbilanciano questa tendenza rendendo lo Stato sostanzialmente Democratico. Rossi ha rinunciato a correre per l’ennesima volta, il Repubblicano più popolare dello Stato, il ministro della Giustizia McKenna, ha preferito optare per la candidatura a Governatore, sembra che la popolare senatrice uscente Maria Cantwell giocherà facile a questo round. LIKELY DEMOCRATIC.
West Virginia
Quando morì il quasi centenario senatore Democratico Robert Byrd, in molti pensavano che il seggio sarebbe passato solidamente in mani Repubblicane. La deputata, e figlia di un popolarissimo ex Governatore, Shelley Moore Capito sembrava volersi candidare ma rinunciò di fronte alla discesa in campo dell’ancor più popolare Governatore Joe Manchin. Manchin è un democratico conservatore, un buon “fit” per uno stato che odia profondamente Barack Obama e che voterà al 100% Repubblicano alle Presidenziali (alle primarie Democratiche della scorsa settimana Obama ha ottenuto solo il 59% dei voti, col 41% degli elettori Democratici che hanno optato per un carcerato del Texas che era riuscito miracolosamente a candidarsi pagando la “quota di iscrizione”). Nel 2010, nelle elezioni “speciali” per completare il mandato di Byrd Manchin vinse abbastanza agevolmente contro l’imprenditore locale John Raese, anche se la “gara” era stata ritenuta in bilico fino all’ultimo. Nel 2012 si riproporrà la stessa sfida ma questa volta sembra che Raese non possa nemmeno sperare: l’ultimo sondaggi attribuisce a Manchin il 74% delle preferenze. LIKELY DEMOCRATIC.
LEAN/LIKELY REPUBLICAN
Nebraska
Il Senatore democratico Ben Nelson, dopo aver votato i bailout e la riforma sanitaria, era divenuto altamente impopolare in questo stato profondamente repubblicano e, dopo una lunga riflessione, ha preferito non ricandidarsi per un terzo mandato. “Lasciate ogni speranza voi che entrate” dissero prontamente i Repubblicani rivendicando una vittoria già conquistata prima ancora del voto ma i Democratici sono riusciti a reclutare l’ex Senatore Bob Kerrey, unica persona che potrebbe forse avere una chance. Le primarie Repubblicane sembravano poter incoronare Jon Bruning, ministro della Giustizia dello Stato e favorito dell’Establishment ma hanno invece sancito la vittoria di Deb Fischer, una sconosciuta deputata nel congresso regionale, e favorita di Sarah Palin. Mentre la Fischer è sicuramente la candidata Repubblicana potenzialmente più debole, e Kerry il Democratico potenzialmente più forte, questo seggio sembra poter essere il primo a passare dai Democratici ai Repubblicani. LIKELY REPUBLICAN.
North Dakota
Gli scherzi del destino. I due seggi senatoriali del repubblicanissimo North Dakota erano in mani democratiche da anni fin quando il popolare governatore John Hoeven non conquistò il primo (nel 2010) col 74% dei voti, dopo che il senatore Dorgan aveva preferito ritirarsi piuttosto che sfidarlo. Quest’anno a ritirarsi è l’altro senatore democratico Kent Conrad, basterebbe questo per attribuire il seggio ai Repubblicani. Tuttavia la situazione è leggermente cambiata negli ultimi mesi. Il candidato Repubblicano sarà il giovane deputato Rick Berg, non esattamente la figura più popolare nello Stato, mentre i Democratici sono riusciti a reclutare Heidi Heitkamp, ex politica e popolarissima host di un programma radiofonico. L’enorme vantaggio dei Repubblicani a livello di “votanti” mantiene Berg come favorito, ma questa sarà sicuramente una sfida da seguire attentamente, anche perché potrebbe essere una delle prime “conquiste” Repubblicane verso una maggioranza. LEAN REPUBLICAN.
Arizona
L’Arizona, stato del candidato perdente alle elezioni del 2008 John McCain, è da sempre solidamente Repubblicano. Tuttavia, il crescente numero di ispanici nello Stato, sta gradualmente spostando “il pendolo” verso i Democratici. Probabilmente non sarà in gioco nel 2012 (il vantaggio dei Repubblicani è d’altronde ancora notevole) ma la tendenza appare chiara. Il deputato Jeff Flake sembra essere il favorito per riconfermare il seggio in mani repubblicane, ma attenzione all’ex Surgeon General degli Stati Uniti Cardona, che potrebbe rivendicare almeno qualche chance. LEAN REPUBLICAN.
Indiana
L’Indiana non sarebbe in questa categoria, bensì fra i “Safe Republican” se solo il Senatore uscente (e veterano da più di 30 anni della Camera Alta) Richard Lugar non avesse sottovalutato la “sfida da destra” dell’idolo dei Tea-Party e tesoriere dello Stato Richard Mourdouck. Lugar se ne è accorto troppo tardi ed è stato duramente sconfitto nelle primarie da questo estremista di destra. I Democratici candidato Joe Donnelly, un popolare deputato, ma è difficile che questo basti a “combattere” l’enorme vantaggio che i Repubblicani hanno in questo Stato anche se gli ultimi sondaggi danno i due sfidanti in parità. Prevediamo una vittoria di Mourdouck a Novembre, ma una sicura non-battaglia si è trasformata in una sfida delicata, grazie all’ennesimo intervento dei militanti dei tea-party. LEAN REPUBLICAN.
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TOSS-UP
Massachusetts
[ad]Ne abbiamo parlato prima. Che delusion fu per I Democratici perdere il seggio che fu per lunghi anni di Bob e Ted Kennedy. E che vittoria fu per i Repubblicani eleggere l’allora poco conosciuto Scott Brown. Brown si è dimostrato un repubblicano moderato ed è altamente popolare nello Stato ma il Massachusetts rimane ancora uno degli stati più democratici dell’Unione. Il partito Democratico candida la professoressa di Harvard e ideologa dell’ala “liberal” del partito Elizabeth Warren. Sarà una sfida fra “giganti” e si preannuncia come la più dispendiosa dell’anno. Impossibile prevedere come finirà. I sondaggi danno i due candidati in perenne parità ma i Democratici sono costretti a vincere se vogliono sperare di mantenere il controllo sul Senato.
Missouri
La senatrice Democratica Claire McCaskill riuscì a battere il Senatore Jim Talent nel 2006 solo grazie all’enorme ondata Democratica. E nonostante tutto vinse di pochissimo, meno di un punto percentuale. Nel 2008 Obama cercò di strappare lo Stato a John McCain ma, nonostante il favore dei pronostici, fallì anch’egli di meno di un punto. Il Missouri è uno stato tradizionalmente Repubblicano e la McCaskill, se vuole sperare in un secondo mandato, dovrà convincere gli elettori che no, lei non è solo un “rubberstamp” (mero notaio) per le decisioni di Barack Obama. E’ una dei “target” preferiti dei Repubblicani anche se i candidati Sarah Steelman, ex tesoriere dello Stato e Todd Akin, deputato, non sono di primo livello. Anche questa sarà una delle grandi sfide a Novembre.
Montana
Il Montana, come la West Virginia, vota tradizionalmente Repubblicano alle presidenziali e Democratico per le elezioni di “minor prestigio”. Il Senatore Democratico Jon Tester, al suo primo mandato, riuscì a battere l’uscente Repubblicano Conrad Burns di poco meno di un punto percentuale, in una delle sfide più seguite del 2006. Stavolta dovrà combattere ancora duramente per distaccarsi dalla “nomea” di Barack Obama nello Stato e per battere il popolarissimo Deputato Repubblicano Denny Rehberg. Anche qua, una sfida fra giganti che sarà combattuta fino all’ultimo.
Nevada
Già nel 2010 sembrava che il Nevada potesse essere una delle sfide “decisive” ma la decisione del Partito Repubblicano di nominare una sfidante apertamente di Destra favorì la vittoria del Leader Democratico al Senato Harry Reid. Questa volta il senatore uscente Dean Heller è Repubblicano ed è un Senatore nominato in sostituzione dell’eletto senatore Ensign, dimessosi per uno scandalo. Shelley Berkley, popolarissima deputata Democratica dell’area di Las Vegas e prediletta di Harry Reid e Barack Obama, è una sfidante formidabile mentre Heller affronterà per la prima volta una sfida a livello statale (prima era solo Deputato per il distretto numero 2 dello Stato). Sarà anche questa una sfida duramente combattuta.
Virginia
Il “Toss-Up” per eccellenza. La Virginia è uno stato di tradizioni Repubblicane che, negli ultimi anni, è diventato progressivamente più Democratico grazie all’espansione delle periferie della confinante Washington D.C., dopo tanti anni di lealtà Repubblicana, ha votato per un candidato Democratico (Barack Obama) nel 2010 mentre nel 2006 era stata teatro di una delle sfide più interessanti per il Senato: l’ex ammiraglio e Ministro della Marina con Ronald Reagan Jim Webb, un democratico conservatore, aveva battuto il popolare senatore uscente George Allen, Repubblicano che sancì la propria sconfitta con una gaffe “razzista” a pochi giorni dalle elezioni. Allen ha deciso di riprendersi quanto perso allora e ha annunciato la sua ricandidatura mentre Webb ha preferito rinunciare ad un secondo mandato in quanto “schifato” dalla politica. I Democratici non si sono fatti però cogliere alla sprovvista e hanno candidato Tim Kaine, popolare ex Governatore e Presidente del Partito. Altra sfida fra giganti in uno Stato già di per sé in bilico, ma che lo sarà ancora di più in quanto teatro di una grande sfida anche per le elezioni presidenziali.
Wisconsin
Quando Herb Kohl, ricchissimo proprietario di una squadra NBA e Senatore Democratico uscente, ha deciso di non ricandidarsi i Repubblicani hanno gioito. Il Wisconsin è uno stato di tradizioni Democratiche ma negli ultimi anni è diventato sempre più moderato. Sarà sede di una elezione di “recall” fra poco più di due settimane per sfiduciare il contestato (ma allo stesso tempo popolare) Governatore repubblicano Scott Walker e sarà “target” di entrambi i partiti anche a livello presidenziale. I Repubblicani sperano che Tommy Thompson, popolarissimo ex Governatore e Ministro della Sanità sotto George Bush, possa vincere le primarie e diventare così il “front runner” mentre i Democratici candidano Tammy Baldwin, deputata “liberal” che diventerebbe la prima Senatrice apertamente “lesbica” nella storia degli Stati Uniti. Sarà una grande sfida.
Maine
Olympia Snow, Repubblicana moderata, era quasi una “dea” in questo piccolo stato del Nord-Est. Nessuno avrebbe potuto batterla e avrebbe potuto rimanere in Senato per sempre, se solo avesse voluto. Stufa delle “divisioni fra partiti che non ci aiutano a lavorare per il bene della nazione” ha deciso di non correre per un altro mandato consegnando “virtualmente” questo seggio Repubblicano ai Democratici. Fin quando il popolarissimo ex Governatore Indipendente Angus King non ha deciso di candidarsi. King è il grande favorito per l’elezione e l’unico motivo per cui questa sfida è ancora fra i “Toss-Up” è solo perché si rifiuta di dichiarare se, in caso di vittoria, voterà coi Democratici o i Repubblicani. Nello Stato sono convinti che lui tenda più a sinistra, quindi verso i Democratici, che guadagnerebbero così un seggio ai danni dei Repubblicani ma fino a quando lui non si pronuncerà ufficialmente, questa sarà solo uno dei possibili scenari.
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New Mexico
[ad]Pur avendo votato per la Repubblicana Susana Martinez come Governatrice nel 2010, il New Mexico, stato a grande presenza di ispanici, è uno stato di tradizione Democratica. Tuttavia nella sfida per il Senato di quest’anno è considerato un “Toss-Up”, perché? Mentre Martin Heinrich, alla pari del candidato in Connecticut, Chris Murphy, è considerato una delle stelle nascenti del Partito Democratico, altrettanto popolare è l’ex deputata Repubblicana Heather Wilson che ha più di qualche possibilità di consegnare ai Repubblicani questo seggio che per lunghi anni è stato nelle mani del Democratico Jeff Bingaman, che ha deciso di ritirarsi. Heinrich è ancora il “leggero” favorito, ma è una sfida di grande interesse per entrambi i partiti.
Florida
Chi non si ricorda la contestata elezione del 2000 Bush vs Gore? Ebbene, da allora poco è cambiato, la Florida rimane ancora uno degli stati più in bilico dell’intera nazione. Il Senatore Democratico uscente, l’ex astronauta Bill Nelson, è molto popolare ma i Repubblicani attaccheranno fortemente per conquistare questo Stato, sia a livello Presidenziale che Senatoriale. Connie Mack IV, deputato Repubblicano, sembra essere uno sfidante di tutto rispetto, ma dovrà prima vincere delle affollate primarie che non vedono partecipare però colui che sarebbe stato il grande favorito per riconquistare questo seggio: il popolarissimo ex Governatore Jeb Bush, fratello di un invece impopolare ex Presidente. Chiunque sia il candidato Repubblicano, state certi che questa sfida sarà una delle più interessanti a livello nazionale.
Hawaii
Ma come le Hawaii un Toss-Up? Direte voi. Insieme a Washington e forse al Delaware e al Vermont, queste isole del pacifico sono forse lo Stato più Democratico dell’intera nazione. Sono inoltre lo Stato natale di Barack Obama e voteranno per lui in proporzioni storiche (80% o 70%, meno no di sicuro). Tuttavia i Repubblicani hanno ottenuto un grande risultato: l’unico candidato del GOP che poteva veramente mettere in gioco questo seggio ha deciso di candidarsi, l’ex Governatrice Linda Lingle. I Democratici si stanno invece “combattendo” in primarie fratricide fra Ed Case e la deputata Mazie Hirono. Lingle correrà sicuramente in un “environment” ostile, soprattutto in un anno dove anche Obama sarà sulla scheda, ma potrebbe attrarre abbastanza “cross votes” per vincere. I sondaggi la danno leggermente in svantaggio, ma state sicuri che combatterà fino alla fine.
Ohio
Si potrebbe ripetere quanto detto per la Pennsylvania, stato di operari, moderato, decisive sia per il Senato che per le elezioni a Presidente e con un Senatore Democratico uscente abbastanza popolare. Solo che Sherrod Brown non è popolare come Bob Casey, e questo basta a inserire questo Stato fra i Toss-Up. Il suo sfidante sarà il giovane tesroriere statale Josh Mandel che, pur essendo indietro nei sondaggi, non ha ancora lanciato ufficialmente la sua campagna. Ne vedremo delle belle ….