Cuneo fiscale: cos’è? Come cambia con la Legge di Bilancio 2025

Pubblicato il 26 Ottobre 2024 alle 12:58
Aggiornato il: 29 Ottobre 2024 alle 13:01
Autore: Guglielmo Sano
Cuneo fiscale

Cuneo fiscale: cos’è? Come cambia con la Legge di Bilancio 2025

Negli ultimi anni il cosiddetto taglio del cuneo fiscale è diventato uno dei temi centrali del dibattito politico economico. Lo diventa ancora di più quando si avvicina il momento di approvare la manovra. A cosa ci si riferisce nello specifico con questa espressione? Quali cambiamenti in arrivo con la Legge di Bilancio 2025? Una panoramica delle informazioni fondamentali sul tema.

Cuneo fiscale: di cosa si tratta?

Ormai un tema centrale del dibattito politico, in arrivo anche quest’anno delle novità a proposito di cuneo fiscale. Ma di cosa si tratta esattamente? Con questa espressione si intende il complesso di imposte (tasse sul reddito personale e contributi previdenziali) che pesano sullo stipendio dei lavoratori.  Insomma, la differenza tra l’importo lordo e l’importo netto è determinato proprio dal cuneo fiscale.

Negli ultimi anni diversi gli interventi volti a ridurre il carico sullo stipendio dei lavoratori, quindi, indirizzati ad aumentare l’importo netto degli stipendi. Nel 2021 si decise di operare un taglio dello 0,8% per chi ha un reddito fino a 35mila euro. L’anno successivo ulteriore taglio dell’1,2%. Poi con la Legge di Bilancio 2023 nuovo taglio del cuneo fiscale (-1%) per i redditi fino a 25mila euro.  

Come cambia con la Legge di Bilancio 2025

Altra importante riduzione del cuneo fiscale è arrivata con il decreto lavoro risalente ad aprile 2023. Il provvedimento introduceva un taglio valido da luglio a dicembre (escludendo la tredicesima). Sforbiciata compresa tra il3% e il 7% per i redditi fino a 25mila euro e tra il 2% e il 6% per chi aveva un reddito tra 25.001 e 35mila euro. Proroga dopo proroga questo taglio – che ha portato ad un aumento di massimo 100 euro mensili della busta paga – resterà valido fino a fine dicembre 2024. Con la Legge di Bilancio 2025 si vorrebbe consolidare tale percorso prevedendo per i prossimi 5 anni un meccanismo forse meno premiante in termini di importo ma decisamente più “strutturale”.

Questo sarebbe incentrato sulla corresponsione di un bonus non tassabile ai lavoratori con reddito non superiore ai 20mila euro. Tale somma aggiuntiva varia a seconda della quota di reddito da lavoro dipendente percepito. Sarebbe quantificata al 7,1% per chi non supera gli 8.500 euro, al 5,3% entro i 15mila, al 4,8% entro i 20mila. L’aumento massimo della busta paga dovrebbe attestarsi intorno agli 80 euro. Per chi guadagna più di 20mila euro viene riconosciuto anche un bonus sotto forma di detrazione delle imposte. Tra 20mila e 32mila euro di reddito tale detrazione sarà pari a 1.000 euro. La detrazione di 1.000 euro cresce ulteriormente per chi supera i 32mila ma non i 40mila euro di reddito.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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