Sondaggi politici TP: gli italiani preferirebbero Harris a Trump
Bentornati con il nostro sondaggio settimanale – il primo del mese di novembre – riguardante i principali accadimenti di politica interna ed internazionale. Focus sulle elezioni USA, che si terranno il prossimo martedì. Spazio, poi, ai risultati delle elezioni in Georgia (in cui prevalgono i filo-russi) e l’analisi del voto regionale in Liguria. Cominciamo.
Sondaggi politici TP, elezioni USA: se si votasse in Italia, Kamala Harris partirebbe in vantaggio
Partiamo proprio dal voto negli USA, che è ormai dietro l’angolo. Martedì si vota e, già nella notte di martedì o nella mattinata di mercoledì, si dovrebbe conoscere il nome del 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Abbiamo chiesto ai nostri lettori chi voterebbe, se fosse americano. In questo scenario, Kamala Harris vincerebbe su Donald Trump (45,5% per la democratica, 40,1% per il repubblicano). Solo una stretta minoranza voterebbe un candidato terzo (4,6%) mentre il 7% si asterrebbe. Solo una piccola parte del campione non sa o non risponde (2,8%).
Proseguendo su questo filone, sviluppiamo un focus su Donald Trump. Abbiamo chiesto ai nostri lettori se ritengono il tycoon come una minaccia per la democrazia americana e per quelle occidentali. Il campione è diviso a metà tra favorevoli e contrari, non ci sono maggioranze rilevanti. La risposta più frequente (33,9%) sostiene di sì e che “sia negli Stati Uniti che, di conseguenza, in Europa ci sarebbe più intolleranza e meno libertà per tutti e in particolare per le minoranze”. C’è un 14,4% che invece lo ritiene pericolo per la democrazia ” soprattutto per la società americana. Credo che in Europa rimarremo sempre più democratici che in USA”.
Dall’altro lato c’è chi, invece, non considera Trump come un pericolo per la democrazia ma anzi, un fattore positivo. Per il 20,6% del campione, “una vittoria di Trump in realtà aumenterebbe la libertà di espressione sia in Usa che in tutto l’Occidente. Infine, per il 27,9% dei rispondenti, “credo che da questo punto di vista sarebbe un presidente come gli altri, si tratta di timori esagerati e spesso strumentali”. Nel complesso, il campione si spacca in un 48,5% che non considera Trump come una minaccia per la democrazia, e un 48,3% che, invece, lo ritiene pericoloso.
Sondaggi politici TP: riconoscere le elezioni georgiane
Rimaniamo sempre in ambito elettorale e andiamo in Georgia, dove di recente hanno vinto le forze politiche filo-russe. Un risultato che, però, è stato messo in discussione da alcune potenze occidentali. Abbiamo chiesto se l’Italia debba riconoscere l’esito delle elezioni parlamentari georgiane e il risultato è sostanzialmente positivo. Nella risposta più frequente (28,1%) si afferma che “dobbiamo rispettare il volere della popolazione, USA ed Europa hanno già fatto troppe ingerenze in passato sia nell’Est Europa che altrove”. A ruota, al 25,5%, si afferma che vadano riconosciute e che “l’OCSE ha parlato di pressioni ma non di falsificazioni, possiamo chiedere maggiori controlli, ma non oltre, sono vicende interne alla Georgia”. Complessivamente, oltre metà del campione (53,6%) è a favore di riconoscere il risultato georgiano.
Tra i contrari, un 19,4% afferma che dovremmo “chiedere la verifica del voto e se non è stato regolare dovremmo modificare i rapporti con il governo georgiano, non riconoscendolo”. Infine, per il 15,1% non solo non va riconosciuto il risultato ma “anzi, dobbiamo anche aiutare le forze democratiche e filo-europeiste georgiane, perché impediscano la deriva filo-russa del governo”. Il 34,5% del campione, quindi, opterebbe per non riconoscere il risultato georgiano.
Qui, incide molto la risposta “Non so/non intendo rispondere”, data dall’11,9% del campione. Un dato decisamente alto ma preventivabile, per via della complessità della tematica e la sua relativa lontananza.
Sondaggi TP, elezioni Liguria: il dato più importante è l’astensione
Chiudiamo con le elezioni di casa nostra, precisamente con quelle liguri in cui il sindaco di Genova, Bucci (centrodestra) ha prevalso sullo sfidante del centrosinistra, Orlando (PD). Abbiamo chiesto quale sia il dato principale che si ricava da queste elezioni regionali liguri.
Per il 30,8% del campione, “Il dato più importante è l’astensione record. Quando votano così in pochi ha poco senso parlare di vincitori e vinti”. Dall’altro lato, con una percentuale molto vicina (27,2%) la vittoria di Bucci “conferma la forza del centrodestra in Italia, che continua a essere maggioranza nel Paese”.
Nel mezzo, una serie di risposte d’analisi legate più alla dimensione territoriale. Il 15,6% del campione crede che “Il risultato è stato dovuto soprattutto ai litigi all’interno del centrosinistra e alla scelta di un candidato probabilmente sbagliato”. Per il 12,6% “Ad avere vinto è stato soprattutto un candidato moderato e popolare come Bucci, contro uno più impopolare come Orlando”. Infine, l’11,8% dei rispondenti ritiene che sia stata ” la risposta dei cittadini al tentativo dei giudici di interferire nella politica con gli arresti” (con ovvio riferimento agli arresti dell’ex governatore Toti).
Sondaggi elettorali TP, intenzioni di voto 1 novembre. Rimbalzo positivo di FdI
Chiudiamo il sondaggio con le intenzioni di voto e l’aggiornamento della fiducia in Giorgia Meloni. Rispetto alla scorsa settimana (QUI IL SONDAGGIO DEL 25 OTTOBRE 2024) c’è il rimbalzo positivo di FdI, che torna al 29,5% e guadagna 3 decimi rispetto all’ultima rilevazione. Competizione serratissima tra Lega e Forza Italia che, invece, sono distanziate da appena un decimo. Nelle retrovie, Azione torna alla soglia del 3%.
Chiudiamo finalmente con la fiducia in Giorgia Meloni. Il gradimento per la premier è sostanzialmente stabile, con una leggera tendenza alla crescita (rilevata per la terza settimana consecutiva). Il livello di gradimento nella premier sale, infatti, al 42,1% (+0,4% rispetto alla scorsa settimana).
Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 3.000 interviste raccolte tra il 30 e il 31 ottobre 2024.
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