Decreto Fiscale 2025: cosa prevede? Elenco veloce delle misure
Decreto Fiscale 2025: cosa prevede? Elenco veloce delle misure
Decreto Fiscale 2025: il testo originario, allargato dagli emendamenti approvati in Parlamento, passa l’esame del Senato. Appendice fondamentale della Legge di Bilancio 2025 arriva blindato alla Camera dove la definitiva approvazione dovrebbe avvenire senza problemi. Cosa contiene il provvedimento? Un elenco veloce delle misure.
Aliquote Irpef 2025: come potrebbero cambiare? Le ipotesi
Decreto Fiscale 2025: cosa prevede? Elenco veloce delle misure
Decreto Fiscale 2025: cosa prevede? Innanzitutto, con il provvedimento il Governo ha scelto di rifinanziare l’Ape Sociale. Nello specifico, l’esecutivo ha stanziato risorse per sostenere la misura di pensionamento anticipato fino al 2028. Tuttavia, la Legge di Bilancio per il prossimo anno la proroga al momento solo per un altro anno. Con il decreto poi arriva anche la proroga relativa all’acconto e dell’Irpef e dell’Irap.
Scadenze fiscali dicembre 2024: Irpef, concordato, rottamazione. Le date
Punto particolarmente caro agli autonomi, la scadenza del versamento slitta dal 30 novembre 2024 al 16 gennaio 2025 proprio come avvenuto lo scorso anno. Altri importanti paletti fissati dal decreto fiscale 2025 la riapertura dei termini relativi all’adesione al concordato preventivo biennale. Ora c’è tempo fino al 12 dicembre. Inoltre, si mette nero su bianco l’ampliamento della platea dei potenziali beneficiari per quanto riguarda la corresponsione del cosiddetto Bonus Natale.
Niente rottamazione e tassazione plusvalenza Superbonus
Decreto Fiscale 2025: non compariranno invece due misure, in un modo o nell’altro, largamente attese come l’introduzione della rottamazione quinquies e la modifica alla tassazione della plusvalenza per chi ha sfruttato il Superbonus. La prima avrebbe dovuto prevedere una sanatoria dei carichi con l’Agenzia delle Entrate non coperti dalla precedente edizione, cioè quelli che si riferiscono al periodo 1 luglio 2023 – 31 dicembre 2024. L’altra, invece, avrebbe ridotto da 10 a 5 anni dall’intervento edilizio il periodo in cui si applica un’aliquota del 26% sulla vendita degli immobili ristrutturati con il Superbonus o avrebbe previsto l’esclusione della plusvalenza con contratto preliminare registrato entro gennaio 2024.
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