Sondaggi politici TP: 9 italiani su 10 contro la decisione di Joe Biden
Sondaggi politici TP: 9 italiani su 10 contro la decisione di Joe Biden
Bentornati con il nostro appuntamento settimanale (il primo di dicembre) riguardante le principali tematiche di politica interna ed internazionale. Tante domande e focus diversi. Partiamo dalle dichiarazioni della senatrice Liliana Segre riguardante Gaza (“non è genocidio”) per poi passare alla situazione in Siria, la grazia presidenziale concessa da Joe Biden al figlio Hunter e, infine, sulla possibile buonuscita da 100 milioni di euro per Tavares (Stellantis). Cominciamo.
Sondaggi politici TP: Liliana Segre divide gli italiani
La risposta più gettonata e scelta dal 30,6% del campione si dice fermamente convinta che “Sì, è stata Hamas ad attaccare brutalmente i civili il 7 ottobre 2023. La colpa dell’offensiva israeliana successiva a e anche delle vittime palestinesi è sua”. Poi, tra chi appoggia in pieno le parole della senatrice, il 18,5% considera che “Sì, non credo ci sia una volontà di sterminio da parte israeliana, anche se, come dice Segre, anche loro hanno compiuto alcuni crimini da condannare”.
Dall’altro lato, tra chi è in disaccordo, un 25,4% (poco più di un italiano su quattro) afferma che “No, l’esercito israeliano ha reagito in modo sproporzionato ad Hamas e non ha mostrato rispetto per le vite dei civili, in violazione di ogni regola”. Infine, il 22,9% si mostra fermamente contrario affermando che “quello di Segre è un giudizio di parte. Israele punta all’annessione di parte di Gaza e cerca attivamente di sterminare la popolazione”.
Andando a sommare le risposte, il 49,1% dà ragione a Liliana Segre, mentre il 48,3% del campione non condivide le sue parole. Sono in pochi a non esprimersi (2,6%).
Che ne sarà della Siria e dei siriani: uno scenario carico di pessimismo
In un contesto internazionale dominato dal conflitto in Ucraina e dall’invasione in Palestina, torna a farsi viva anche la guerra in Siria, con i ribelli che sfoderano una nuova offensiva contro Assad. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa ne pensano del ravvivarsi della guerra civile.
In ordine di preferenze, il 33,9% ritiene che “comunque vada sarà una tragedia, il regime dittatoriale di Assad e i gruppi islamisti sono altrettanto pericolosi allo stesso modo”. Segue, poi, l’opzione scelta dal 19,6% del campione per la quale “Turchi e americani favoriscono irresponsabilmente gli islamisti contro il governo legittimo perché è alleato dei russi e per impadronirsi del petrolio”. E ancora, un altro 17,6% sostiene che “Quello di Assad è un regime autoritario, ma, per esempio, difende i cristiani, questi ribelli islamici sono peggio, si rischia una situazione simile a quella libica”.
Tra chi, invece, considera in maniera positiva l’offensiva dei ribelli, il 13,3% segnala l’opzione: “Spero che l’opposizione possa fare cadere il regime di Assad e in questo modo anche indebolire i suoi alleati russi e iraniani”. Infine, una percentuale minore (5,6%) ritiene che “È positivo che Assad subisca sconfitte, ma la fine del regime dovrebbe avvenire attraverso accordi diplomatici e pacifici”.
Nel complesso, quindi, questo ritorno di fuoco della guerra civile in Siria viene visto in maniera negativa dalla gran parte del campione. Si segnala come un 10% non sappia o non intenda rispondere.
Sondaggi politici, Joe Biden concede la grazia al figlio Hunter e mette tutti d’accordo (contro)
Andiamo oltreoceano dove il presidente uscente Joe Biden ha concesso la grazia presidenziale al figlio Hunter, giusto poche settimane prima di lasciare la Casa Bianca. L’atto viene giudicato positivamente solo dal 4,5% del campione, che ritiene che “È più che comprensibile, Hunter è stato oggetto di una persecuzione giudiziaria”.
Tra chi lo considera quantomeno inopportuno o un vero e proprio abuso, abbiamo circa 9 italiani su 10. Per il 35,4%, “È un abuso senza precedenti, Biden ha dimostrato di essere criminale come il figlio, che vuole proteggere dalle indagini sulle sue attività in Ucraina”. A seguire, il 33% ritiene che “È stato un errore, un precedente, Biden, che aveva promesso di non dare la grazia, ha dimostrato di essere il solito politico che mente agli elettori”. Infine, per il 22,4% degli italiani “È stato un atto politicamente inopportuno, ma la legge lo prevede e rimane comunque meno grave degli atti e delle violazioni di Trump”. Sommando le risposte che segnalano negativamente la grazia concessa da Joe Biden al figlio Hunter, quindi, si arriva al 90,8%.
La possibile buonuscita di Tavares da 100 milioni fa indignare
Prima di passare alle consuete intenzioni di voto e fiducia in Giorgia Meloni, parliamo della possibile buonuscita astronomica, da 100 milioni di euro, per Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis. Anche qua, c’è un consenso quasi assoluto attorno alla questione.
Per il 42,1% del campione “È vergognoso, penso ci dovrebbe essere un limite monetario per legge alle liquidazioni delle multinazionali, da non superare per nessun motivo”. A seguire, con il 35,5%, l’opzione che afferma che “queste liquidazioni debbano avere dei limiti legali se l’azienda ha ricevuto agevolazioni statali o se ha compiuto forti riduzioni di organico” (proprio come il caso di Stellantis). E così, nel complesso, il 77,6% (oltre 3 italiani su 4) mostrano il loro scontento e disapprovazione verso l’ipotesi della buonuscita ultramilionaria di Tavares.
Dall’altro lato, il 12,5% ritiene che “le aziende devono essere libere, ma non si capisce il senso economico di queste liquidazioni. Dovrebbero porsi spontaneamente dei limiti per il loro stesso bene”. Infine, un 6,8% considera che “le aziende hanno diritto di dare le liquidazioni che ritengono, senza falsi moralismi e interventi statali, che sarebbero una violazione della libertà d’impresa”.
Sondaggi politici elettorali TP, intenzioni di voto 6 dicembre e fiducia in Giorgia Meloni
Chiudiamo il sondaggio settimanale con le consuete intenzioni di voto e l’aggiornamento della fiducia in Giorgia Meloni. Rispetto alla scorsa settimana (QUI IL SONDAGGIO DEL 29 NOVEMBRE 2024) torna ad ampliarsi la forbice tra il primo e secondo partito. FdI, infatti, torna al 29,5% (+0,2%) mentre il PD perde terreno e torna al di sotto del 23%, fermandosi al 22,8%. Stabile il M5S, mentre la Lega ritrova un po’ di separazione da Forza Italia e si riporta al +0,4% rispetto agli alleati. AVS risale di un decimo (6,7%) mentre, al di sotto della soglia di sbarramento non si muove (quasi) una foglia.
Chiudiamo infine con l’aggiornamento sulla fiducia nel premier Giorgia Meloni. Variazioni leggere anche questa volta. Nonostante un incremento complessivo della fiducia (+0,4%, passando dal 41,1% al 41,5%), aumenta anche il dato di chi non ripone la minima fiducia nell’inquilina di Palazzo Chigi (dal 48,1% di settimana scorsa si passa al 48,5%).
Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 3.100 interviste raccolte tra il 3 e il 5 dicembre 2024.
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