Tarip 2025: arriva l’evoluzione della Tari? Cosa cambia
Tarip 2025: arriva l’evoluzione della Tari? Cosa cambia
Tarip 2025: ovvero la Tariffa Rifiuti Puntuale è considerata l’evoluzione della Tari. Di cosa si tratta esattamente? Cosa cambia rispetto all’imposta tradizionale? Quale conviene di più? Una panoramica veloce di differenze e analogie esistenti tra i due balzelli.
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Tarip 2025: cosa cambia rispetto alla Tari?
Tarip 2025: la Tariffa Rifiuti puntuale viene considerata l’evoluzione della tradizionale Tassa sui Rifiuti: La Tari viene calcolata sulla base di stime generiche riguardanti: la superficie dell’immobile; il numero di occupanti di quest’ultimo. In pratica, l’imposta non considera la reale quantità di rifiuti prodotti. Quindi, non premia i comportamenti virtuosi dei cittadini che si impegnano nella raccolta differenziata. In questo senso la Tarip rappresenta un cambio di paradigma significativo.
Infatti, il meccanismo di applicazione della tassa si basa, in breve, sul principio “chi meno inquina, meno paga”. Il calcolo dell’importo da versare comprende, innanzitutto, una quota fissa, uguale per tutti, che copre i costi generali del servizio legati alla gestione dei rifiuti. In secondo luogo prevede una quota variabile determinata dalla reale produzione di rifiuti indifferenziati. Insomma, più si abbassa il proprio impatto ambientale, meno si paga.
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Come si calcola l’imposta?
Tarip 2025: dunque, la differenza fondamentale con la tradizionale Tari è il metodo di calcolo. Tuttavia, dietro questo singolo aspetto si scorge un diverso approccio alla fiscalità generale. Il carico di tassazione non è più ancorato a parametri generici ma a indicatori su cui il contribuente può incidere. Tuttavia, siamo ancora lontani dall’applicazione della Tarip in tutta Italia (anche se sono quasi 900 i comuni in cui la Tari è da considerarsi sul viale del tramonto).
Per poter monitorare l’effettiva produzione dei rifiuti da parte dei contribuenti, infatti, sarebbe necessario un potenziamento (anche e soprattutto tecnologico) dei sistemi di smaltimento. Per esempio, sarebbe necessario aumentare il numero delle isole ecologiche o, ancora meglio, installare dei device che registrano il numero degli svuotamenti e la loro consistenza-tipologia per poter calcolare la quota variabile.
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