Sondaggi politici TP: per oltre 2 italiani su 3 aumentano disuguaglianze
Sondaggi politici TP: per oltre 2 italiani su 3 si è allargata forbice tra ricchi e poveri
Bentornati con il sondaggio settimanale di Termometro Politico riguardante i principali temi di attualità politica. Proseguiamo in questo primo scorcio di 2025 nel rilevare il sentimento circa questioni di stretta attualità, con altre di analisi e percezione del cambiamento da parte della popolazione italiana. Cominciamo.
Sondaggi politici TP: bene lo scambio Sala-Abedini, che andava fatto al di là dei possibili crimini dell’iraniano
Cominciamo da quello che è stato l’argomento della settimana: lo scambio di prigionieri tra Italia e Iran, che riaccolgono Sala da un lato, Abedini dall’altro. L’opinione pubblica si schiera nettamente a favore delo scambio. Per oltre la metà del campione (50,9%) “La liberazione di Cecilia Sala era la priorità ed è stato corretto negoziare lo scambio, che questo Abedini sia innocente o meno non importa”. Ancora, un altro 19,5% ritiene che “È stato più che giusto, Abedini, del resto, era stato arrestato ingiustamente ed era doveroso liberarlo”.
Dall’altro lato, il 13,3% considera che “Era comprensibile la preoccupazione per Cecilia Sala, ma non avremmo dovuto rilasciare un personaggio sospetto come Abedini con tanta leggerezza”. Infine, una mimnoranza (10,5%) considera che lo scambio sia “stato un grave errore, l’Italia si è dimostrata ancora una volta debole e inaffidabile, è stata una vittoria per il regime iraniano”.
Ma quale “potere forte” influisce di più: Soros o Musk?
Spazio poi alla dichiarazione della settimana: Giorgia Meloni ha detto che le interferenze di Soros sulla politica italiana, e non solo, sono più pericolose di quelle di Musk. Abbiamo chiesto ai lettori se fossero d’accordo o meno. Il campione si trova mediamente d’accordo con le parole della premier, trovando il sostegno pieno o parziale del 44,8% dei rispondenti. Chi, invece, si esprime contrariamente, è il 33,8% del campione. Circa un 20%, invece, li considera sullo stesso piano, anche se solo per il 4,1% non sono pericolosi né l’uno né l’altro.
Sondaggi politici TP, tra multinazionali e forbice ricchi-poveri
Passiamo alla seconda parte del sondaggio e andiamo a chiedere ai nostri lettori la loro opinione sulle multinazionali e sulla forbice economica tra ricchi e poveri in Italia.
Partendo dalla prima, c’è solo una percentuale molto piccola (3,7%) che afferma che “Per la loro capacità di innovazione e investimento sono il motore della crescita. Sarebbe meglio avere poche grandi imprese che molte piccole”. Poi, un 32,3% che considera che le multinazionali “Sono una realtà indispensabile e positiva nel mondo globale, ma gli Stati devono saper vigilare sul loro rispetto delle leggi”.
L’opinione più diffusa (35,3%) è quella per la quale “Sulla carta sarebbero utili, ma sono diventate troppo potenti, influenzando la politica e ignorando le leggi”.
Infine, il 26,6% sostiene senza mezzi termini che “Rappresentano il peggio della società capitalistica, non rispettano le leggi, distruggono le piccole imprese e impoveriscono i lavoratori imponendo salari da fame”.
Prima di passare alle intenzioni di voto e alla fiducia in Giorgia Meloni, chiediamo ai nostri lettori se, secondo loro, il divario tra ricchi e poveri si sia allargato in Italia. Qua c’è una maggioranza praticamente schiacciante che sostiene che “Sì, molto, ed è un fenomeno negativo, che mette in pericolo il ceto medio e la serenità economica della maggioranza della popolazione”. Risponde così il 67% del campione.
Poi, c’è un 9,3% che ritiene di “Sì, ma non è per forza un dato negativo, significa che alcuni sono stati più bravi di altri nel proprio lavoro o negli investimenti che hanno fatto”
E ancora, un altro 14,5% che dà un’altra lettura: “Poco, il divario in Italia è più che altro tra Nord e Sud, piuttosto che tra persone che vivono nella stessa area”
Infine, solo il 7% sostiene di “No, in confronto al resto del mondo per fortuna in Italia il divario tra i più ricchi e la classe media non è cambiato molto”.
Sondaggi elettorali TP, intenzioni di voto 10 gennaio 2025: il PD torna oltre il 23%
Chiudiamo con le intenzioni di voto e con la fiducia in Giorgia Meloni. Rispetto al nostro ultimo sondaggio (10 gennaio 2024), si rileva il trend positivo del M5S, che incamera altri due decimi e giunge all’11,2%. Risale anche FdI, che con il suo +0,2% va al 29,6%. Arretra il PD nella stessa misura, con il 22,8% delle intenzioni di voto. Si segnala anche il rimbalzo di Azione (+0,2%) che pur non tornando alla fatidica soglia di sbarramento, ci si riavvicina (2,8%).
Fiducia in Giorgia Meloni riparte da una fiducia al 42,9%
Chiudiamo, infine, con la fiducia in Giorgia Meloni. Il livello di gradimento, in questa nostra seconda rilevazione dell’anno, arriva al 42,8% (in leggerissimo calo, di un decimo, rispetto al 42,9% della scorsa settimana). Situazione quindi estremamente stabile, con pochi sussulti, per la leader del governo di centrodestra.
Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 2.800 interviste raccolte tra il 14 e il 16 gennaio 2025
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