Sondaggi politici TP, italiani divisi sui negoziati Russia-USA
Bentornati su Termometro Politico con il terzo sondaggio del mese di febbraio. Il focus della settimana è sulla guerra in Ucraina e gli sviluppi diplomatici, che vedono USA e Russia al centro delle trattative. Una situazione che ha generato grande scompiglio e fibrillazioni geopolitiche. Partiamo proprio da qui.
Sondaggi politici TP: cosa dovrebbe fare l’Italia rispetto ai negoziati per la pace tra Russia e USA?
L’eventuale accordo tra USA e Russia per la fine della guerra in Ucraina porta con sé tante discussioni e opinioni diverse. Infatti, le risposte sono fortemente eterogenee, e il campione si spacca. Partiamo però dalla risposta meno gettonata (13,6%), per la quale “Se l’Ucraina dovesse rifiutarsi di accettare tali accordi Italia ed Europa dovrebbero sostenerla con più forza, con l’invio di più armi”.
A seguire, nell’ordine, c’è un 30,4% che crede che “Dipende dall’Ucraina, se questa non accettasse questi accordi Italia ed Europa dovrebbero sostenerla, ma senza aumentare gli aiuti oltre quelli già previsti”.
Poco distante, il 28,9% del campione ritiene che l’Italia “Dovrebbe sostenere l’accordo incoraggiando l’Ucraina ad accettarlo, senza interrompere l’invio di aiuti, anche militari”.
Infine, solo un italiano su quattro (24,6%) pensa che “Dovrebbero cogliere l’occasione per smettere di inviare armi in Ucraina e tornare a rapporti normali con la Russia”.
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Parole dure, parole velenose: Mattarella contro la Russia, il vicepresidente USA contro l’Europa
Proprio in merito alla Russia, di recente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è espresso con termini estremamente duri nei confronti del Cremlino, paragonando l’attuale regime russo al terzo reich tedesco. Anche qui, il campione non si decanta verso una opzione ben definita. Quella più frequente – selezionata dal 37% – afferma che si tratti di parole giuste e coraggiose. Dall’altro, invece, per il 28,9% si tratta di parole senza senso, gravi e ingiustificate.
Le risposte “di mezzo” sono anche quelle meno battute. Per il 19,6% si tratta di un paragone azzardato. Per il 12,6%, sono parole condivisibili ma non “dicibili”.
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Parole, altre, dette dal vicepresidente USA Vance, che pure hanno fatto scalpore, parlando di quelli che a sua detta sarebbero i problemi che attanagliano l’Europa oggigiorno. Se le parole di Mattarella sono state a loro modo divisive, quelle di Vance lo sono ancora di più.
Il 38,3% crede che abbia ragione e che chi ha idee diverse dal pensiero dominante venga escluso, ridicolizzato o perseguitato. Per una percentuale simile – il 35,8% – si tratta invece di farneticazioni, essendo l’Europa più libera e sicura degli USA. Nel mezzo, per il 12,8% si tratta di una esagerazione e per il 9% Vance ha ragione sulla censura, ma gli “States” non possono dare lezioni. Nel complesso, quindi, c’è una spaccatura netta e quasi perfetta tra chi gli dà ragione e chi torto.
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Un DOGE per l’Italia?
Il Department of Government Efficiency (DOGE) guidato da Elon Musk negli Stati Uniti è sotto i riflettori. Abbiamo chiesto se anche l’Italia avesse bisogno di un istituto pubblico simile. Qui, c’è una maggioranza tendenzialmente favorevole a una iniziativa del genere, con un 29,2% che la sostiene apertamente e un 25,6% che l’accetterebbe se tale attività fosse svolta in modo selettivo ed equilibrato.
Dall’altra parte, il 22,8% si ritiene propriamente contrario, venendo già da anni di austerità, e un 19,4% crede che il monitoraggio debba avvenire dalle istituzioni già esistenti e non da esterni, che possano colpire pesantemente lo stato sociale.
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Sondaggi politici elettorali TP 21 febbraio: FdI, leggero calo ma pochi scossoni
Chiudiamo con le intenzioni di voto e con la fiducia in Giorgia Meloni. Rispetto al nostro ultimo sondaggio (14 febbraio 2024) non ci sono variazioni significative, con quella più marcata rappresentata dal -0,2% fatto registrare da Fratelli d’Italia e da AVS. Per il resto, fluttuazioni davvero minime, che mostrano quanta stabilità ci sia in questo momento.
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Discorso diverso per quanto riguarda la fiducia in Giorgia Meloni che, invece, vede assottigliarsi di due punti (dal 30,5 al 28,5%) la percentuale di chi ha molta fiducia nella premier.
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Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 2.800 interviste raccolte tra il 18 e il 20 febbraio 2025
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