USA 2010: Guida al voto

Pubblicato il 2 Novembre 2010 alle 06:23 Autore: Andrea Mollica
primarie repubblicani

Tutto quello che c’è da sapere sulle elezioni di midterm: Camera dei Rappresentanti, Senato e Governatori.

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LA CAMERA – La Camera dei Rappresentanti è sul procinto di ritornare in mano repubblicana. Dopo 4 anni di presidenza Pelosi, contraddistinti da misure di ritiro delle truppe  dall’Iraq bloccate da Bush, dall’espansione della copertura sanitaria prima per i bambini e poi per i non assicurati, dalla riduzione delle emissioni carboniche e da altra legislazione progressista poi fermata dal Senato, il nuovo Speaker della Camera dovrebbe essere l’attuale leader della minoranza Gop, John Boehner

[ad]I sondaggi a poche urne dall’apertura delle urne lasciano ormai poche speranze ai democratici. L’impopolarità dell’Amministrazione Obama, la disoccupazione ormai stabilizzatasi da un anno sulla soglia del 10%, la disapprovazione record del Congresso e perfino la storia, tutto indica una vittoria repubblicana. Nessun partito negli ultimi 70 anni ha incrementato i propri seggi per più di tre elezioni di fila, e dal dopoguerra ad oggi è prevalso il divided government, almeno una Camera del Congresso controllata da un partito diverso rispetto a quello che esprime il presidente. Il 2010 si annuncia come un’altra elezione onda dopo la trionfale doppietta democratica del 2006 e del 2008. Era dalla seconda guerra mondiale che non si registravano scostamenti così marcati tra una consultazione e l’altra, e oggi come allora l’America vive il peso e la fatica di un costoso impegno militare e una situazione economica fragile.

Un altro fattore che penalizza i democratici è la distribuzione del loro consenso. Il partito di Obama raccoglie enormi consensi – superiori anche all’80% – nelle grandi aree urbane del Paese, un enorme patrimonio che si dilapida alla diminuzione della densità abitativa, fino a scomparire nelle aree rurali tipicamente dominate dai conservatori. Nella suddivisione dei 435 distretti congressuali sono maggioritari i collegi che hanno un orientamento repubblicano. Tradizionalmente si utilizza come unità di misura il Partisan Voting Index, che compara il voto delle ultime due elezioni presidenziali nel singolo distretto rispetto all’esito nazionale.  Esempio: se in un collegio X Obama ha preso il 53 e Kerry il 48 il PVI è pari, ovvero in quel distretto il voto si orienta esattamente come quello nazionale, e così via. Il distretto mediano dell’attuale Camera dei Rappresentanti è R+2, ovvero un collegio che vota repubblicano 2 punti percentuali  in più rispetto all’America nel suo complesso. I democratici sono riusciti a conquistare moltissimi collegi che preferiscono il Gop alle presidenziali grazie all’impopolarità di Bush, ai fallimenti della guerra irachena e all’incombente recessione, ma ora i distretti repubblicani stanno tornando verso casa, a parte nei casi dove l’incumbent  è un’istituzione molto popolare in quel territorio. Ma anche storici Rappresentanti come Ike Skelton del quarto distretto del Missouri, un R+14, stanno soffrendo il clima inquieto ed ostile verso il partito al potere.

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