Parma, analisi del voto
[ad]Osservando la mappa elettorale della città di Parma si evidenzia quanto già riportato dai dati grezzi: il centrodestra, nettamente maggioritario in quasi tutte le circoscrizioni, lascia completamente il campo al centrosinistra; quest’ultimo, a sua volta, mostra un lieve avanzamento rispetto al 2007 ma non sfonda, restando radicato nelle circoscrizioni del centro cittadino (ad eccezione della I, dove è particolarmente debole) e nella zona nordoccidentale della città.
In generale, osservando i dati del centrosinistra, si evidenzia come, nell’ottica di generale avanzamento, restino sostanzialmente inalterati i rapporti tra le circoscrizioni, mostrando una certa solidità dell’elettorato di centrosinistra mentre la situazione per le altre forze politiche appare al contrario estremamente fluida.
Confronto del voto nei quartieri di Parma Comunali 2007 – Comunali 2012 |
Un’analisi piuttosto interessante consiste nel verificare il tasso di astensione in termini geografici, per poi confrontarlo con i risultati ottenuti dalle varie formazioni; in questo modo diventa più agevole comprendere le dinamiche del voto ed individuare eventuali partiti maggiormente avvantaggiati o penalizzati.
Confronto dei pesi dei quartieri di Parma Comunali 2007 – Comunali 2012 |
Come si evince dala tabella, le circoscrizioni che hanno visto diminuire il proprio peso nella composizione del voto cittadino sono anche quelle in cui il centrosinistra ha ottenuto i propri miglior risultati: non può essere infatti un caso se le quattro circoscrzioni in fondo a questa particolare graduatoria siano anche quelle in cui il centrosinistra al primo turno ha ottenuto le proprie percentuali più alte.
La tendenza inversa è riscontrabile correlando il dato di astensione con quello del MoVimento 5 Stelle, che vede le proprie migliori prestazioni proprio nelle circoscrzioni in cui l’impatto dell’astensione è stato più limitato.
Fondendo questi dati con l’informazione della sostanziale tenuta del centrsinistra in termini di voti, è evidente come si possa attribuire la crisi della destra ad un rifugio nell’astensione tanto quanto ad uno spostamento verso il M5S, due scelte considerate evidentemente intercambiabili per gli elettori delusi dall’amministrazione Vignali ma al tempo stesso contrari ad un mandato di Bernazzoli.
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