Parma, analisi del voto

Pubblicato il 30 Maggio 2012 alle 13:02 Autore: Matteo Patané

[ad]Osservando queste premesse, anziché il mero risultato numerico, si poteva già intuire quanto sarebbe potuto essere amaro il ballottaggio per Vincenzo Bernazzoli.
Quello che era difficile aspettarsi era tuttavia il margine ottenuto da Pizzarotti, la dimensione della vittoria del MoVimento 5 Stelle che ha senza alcun dubbio contribuito a focalizzare l’attenzione dei media nazionali su Parma a discapito di altre realtà nazionali.

L’andamento dei voti a Pizzarotti al ballottaggio non rispecchia quello del primo turno, mentre vale l’inverso per Bernazzoli: questo significa che mentre Bernazzoli ha potuto contare unicamente su chi lo aveva sostenuto al primo turno, Pizzarotti al ballottaggio ha avuto in appoggio i voti del centrodestra, raccogliendo anche qualcosa tra le liste civiche non allineate a nessun partito.
L’esempio forse più eclatante di questo fenomeno è la circoscrizione I, roccaforte del centrodestra, dove il M5S raccoglie al ballottaggio il suo migliore risultato cittadino pur partendo da un risultato al primo turno certamente non eccezionale e peggiore a molte altre circoscrizioni.

Il dato numerico consente quindi di dimensionare meglio la vittoria – epocale – di Pizzarotti: tra il primo ed il secondo turno il numero dei voti è sceso appena di 2.000 unità (altro dato in controtendenza con il comportamento nazionale), ma se si guarda al dato di Bernazzoli si vede come il candidato del centrosinistra non sia stato in grado di replicare il risultato del primo turno perdendo circa 600 voti.
Pizzarotti, al contrario, triplica le proprie preferenze raccogliendo praticamente da ogni coalizione politica tranne il centrosinistra e arrivando a oltre 51.000 preferenze, appena 3.000 voti sotto il risultato che ha permesso a Vignali di vincere il ballottaggio nel 2007 ma con 10.000 votanti in meno.

Ciò che non è accaduto praticamente nel resto d’Italia è avvenuto a Parma: che fosse per inimicizia verso la sinistra, che fosse per una maggiore credibilità del M5S, il centrodestra parmense ha votato in massa per Federico Pizzarotti, sopraffacendo un centrosinistra che per quanto maggioranza relativa cittadina, non aveva i numeri per confrontarsi con la potenza riunita di tutte le altre forze politiche coalizzate su un’unica figura.
A questo è naturalmente da aggiungere una candidatura di per sé debole da parte del centrosinistra: per quanto vincitore delle primarie, Bernazzoli non è stato in grado di liberarsi dell’immagine di uomo di apparato e di partito – complice il fatto di aver mantenuto la poltona di Presidente della Provincia – e la sua posizione nei riguardi dell’inceneritore gli ha fatto terra bruciata intorno, in special modo verso le liste civiche che si sono quindi dirette verso Pizzarotti.

Il compito per il neo-sindaco non è sicuramente facile: la città è letteralmente allo stremo e oberata dai debiti, e non sarà facile realizzare le promesse poliltiche di un programma sicuramente ambizioso. Per di più, con la conquista di Parma, il M5S cessa di essere movimento di protesta per diventare partito di governo – per quanto locale – e in tal senso verrà sicuramente messo sotto i riflettori dai media.
Si può ben dire che una discreta parte del risultato del MoVimento 5 Stelle alle elezioni politiche 2013 passerà da Parma.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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