Il Canada esce dall’impasse

Pubblicato il 5 Maggio 2011 alle 21:45 Autore: Matteo Patané
Il Canada esce dall’impasse

[ad]La disaggregazione dei dati su base territoriale permette di comprendere meglio l’evoluzione delle formazioni politiche canadesi dal 2008 al 2011: se si analizza l’andamento del voto – a volte diverso da quello dei seggi a causa del sistema elettorale – si notano tendenze differenti nelle varie province canadesi.

In nove territori su tredici (tutti eccetto Québec, Newfoundland and Labrador, Northwest Territories e Nunavut sia i conservatori che i neodemocratici sono in crescita in termini di consensi, a riprova di un elettorato di fatto separato che si espande ai danni dei Liberali.

Nei Northwest Territories e nel Québec, invece, si assiste ad un effettivo spostamento a sinistra dell’elettorato, mentre nelle due restanti regioni si assiste ad un generale spostamento a destra.

In generale in Canada pare si stia assistendo ad un bipolarismo in via di formazione, con solo i Northwest Territories e lo Yukon a premiare terze forze rispetto alle precedenti consultazioni, in particolare liberali ed ecologisti: sarà interessante capire se l’elettorato liberale si smembrerà ulteriormente e verso che direzione. È infatti innegabile ad esempio che la strabiliante vittoria dei conservatori in Ontario, la provincia più popolosa e determinante per l’esito delle consultazioni, è derivata dal fatto che Liberali e NDP si sono equamente spartiti i voti, annullandosi a vicenda spianando la strada al partito di Harper.

canada

Il NDP è atteso alla difficile prova di dimostrare di essere una forza di opposizione credibile, in un Paese dove il leader dell’opposizione è una figura istituzionale: solo in questo modo potrà riuscire ad attirare ulteriori consensi di matrice liberale e confermare lo straordinario successo ottenuto in Québec.

Le occasioni non mancheranno: il programma elettorale di Harper si fonda su principi di neoliberismo antitetici a qualsiasi programma di governo socialdemocratico. Se infatti misure come l’introduzione del monocameralismo e l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti possono essere bipartisan, e se il generoso welfare canadese non pare in pericolo, le misure in campo economico saranno acceso terreno di scontro. Harper si è da subito mostrato contrario a misure ambientaliste come le carbon tax o le tasse di scopo, ed al contrario spera di attirare investimenti abbattendo le aliquote fiscali alle grandi imprese portandole al 15% dall’attuale 18%. Altro tema di scontro sarà il tema del controllo della rete Internet, che secondo le intenzioni dei conservatori dovrebbe essere sottoposta a maggiori controlli per soddisfare le esigenze di sicurezza previste dall’establishment del partito.

Se da un lato, quindi, il Partito Conservatore ha finalmente trovato la forza per governare davvero, dopo troppi anni passati nella parte dell’anatra zoppa, dall’altra l’incredibile valanga socialdemocratica di queste elezioni può a sua volta costituire una piattaforma di visilità mediatica e programmatica che se ben sfruttata può essere il trampolino di lancio per le prossime elezioni. Appuntamento al 2015.

 

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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