Le potenzialità economiche dei Balcani
[ad]Discorso ancora diverso per la Serbia. Benché non sia stata danneggiata nelle infrastrutture dalla guerra degli anni ’90, la questione del Kosovo, le sanzioni internazionali che ne sono conseguite e i bombardamenti NATO nel 1999 hanno comunque creato grossi danni che hanno messo a lungo tempo in forte crisi il paese. Tra l’altro la questione del Kosovo è ancora aperta e la Serbia ha anche imposto un proprio embargo a Pristina. Economicamente la Serbia ha ottime possibilità. Il debito pubblico nel 2011 era del 41% (ma comunque ribassato rispetto al 42.9% dell’anno precedente) con un deficit statale del 4,5%, notevolmente alto. La Serbia possiede un punto di vantaggio che altri paesi dell’area non hanno: accordi economici privilegiati con la Russia. Si ritiene anche che la Serbia abbia possibilità migliori rispetto agli altri paesi balcanici, in quanto sta portando avanti una lotta più seria alla corruzione e alla criminalità organizzata; l’unica questione rimane quella del Kosovo, che potrebbe causare in futuro altri problemi.
Il Montenegro ha a sua volta altri problemi: negli ultimi anni si sta sviluppando notevolmente il turismo, ma ancora non è ai livelli della Croazia. Il Montenegro ha compiuto l’errore di decidere unilateralmente di adottare l’euro, il che di fatto impedisce al paese di avere una propria politica monetaria e di emettere moneta. I costi rimango comunque bassi, ma nelle vicine Serbia o Bosnia sono indubbiamente più competitivi. Come gli altri paesi, subisce l’andamento dell’economia mondiale e nel 2009 ha avuto l’arresto più forte, con una diminuzione del PIL del 5,7%, che negli anni successivi è cresciuto ma ancora non è tornato ai livelli pre crisi. Il Montenegro è un paese molto piccolo che non possiede industrie di rilievo; l’unica è l’estrazione di alluminio, ma anche questa attività è stata privatizzata. Nonostante le privatizzazioni il debito pubblico è salito dal 38% del 2006 al 45% del 2011.
La realtà aziendale balcanica si compone di poche grosse aziende, la maggioranza è costituita da piccole e medie imprese a gestione familiare. Aziende i cui proprietari spesso non compiono tentativi di espansione verso nuovi mercati o allargamento della tipologia di attività; gli basta che l’azienda vada avanti e che guadagnino. Se l’azienda va in crisi, si licenziano dipendenti o si sottopagano. Finché non ci sarà un cambiamento nella mentalità, i Balcani resteranno solo una provincia dell’Europa.
di Antonio Lukić