La parata del 2 giugno e quelle polemiche da sempre presenti a sinistra

Pubblicato il 4 Giugno 2012 alle 09:49 Autore: Livio Ricciardelli

[ad]C’è di certo un motivo anche e soprattutto di carattere storico con un Paese che nel corso della sua “Prima Repubblica” ha visto l’egemonia a sinistra di una forza politica formalmente comunista (come sia emersa come “polo alternativo” al partito democristiano è un dibattito troppo lungo per essere affrontato in questa sede) a differenza di una di carattere socialista o socialdemocratico.

Ma questo non toglie che ovunque nel mondo, anche nei Paesi democratici, da sempre ci sono parate, esposizioni militari e timide marcette. Perché l’esercito anche è insito nelle caratteristiche di una nazione e di conseguenza di uno Stato. Ma nessuno a sinistra fa polemiche sulle varie parate del 14 luglio francese o di altri lidi. E soprattutto a nessuno nel resto del mondo della sinistra mondiale sorgono dubbi sull’immoralità o meno di queste celebrazioni.

Anche perché, lo dice la nostra bellissima e sempre attuale Costituzione repubblicana, l’Italia ripudia la guerra. E quello stesso esercito che sfila dunque non ha solo finalità militarmente di carattere difensivo. Ma anche quella storia di sofferenze e compassione che lo porta ad essere, a suo modo, strumento al servizio della pace oltre che del Paese.

Non si capisce perché questi valori debbano destare così tanti dubbi e preoccupazioni in certi ambienti della sinistra italiana.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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