Aborto-Intervento Statale: la politica ai raggi X

Aborto-Intervento Statale: la politica ai raggi X

 

Come si distribuiscono i partiti italiani su aborto ed intervento statale? La risposta è nei dati Itanes2008, di Felice Meoli (Leggi Tutto)

[ad]L’indagine Itanes sulle ultime elezioni politiche (2008) fotografa un buon pezzo della realtà italiana. Spulciando le risposte non codificate si capisce infatti che c’è di tutto: dagli ‘amici di beppe grillo’ ai nostalgici della destra storica, da chi chiede cosa votare alla mamma a chi chiede al nipote, da chi teme un governo Berlusconi a chi invece ‘ascolta le sue tasche’, da chi si dichiara contrario al bipolarismo a chi invece non si raccapezza tra troppi partiti. Per dire: ci si trova anche la sedicente compagna (o compagno) di un BR. L’indagine, effettuata su 3.000 casi tra metà aprile e metà maggio 2008, è estremamente approfondita: quasi 150 domande, molte delle quali a scala con molteplici item, molto lunga da sostenere (soprattutto telefonicamente). Per questo motivo – probabilmente – non si è riuscito a campionare con precisione estrema; tuttavia la rappresentatività è soddisfacente, e gli stessi ricercatori che l’hanno condotta hanno consigliato nelle note di non effettuare alcuna ponderazione. L’analisi contenuta in questo articolo si sofferma su poche delle domande contenute, ma opportunamente rielaborate. Quasi un gioco, ma non privo di spunti di riflessione. L’assunto di partenza è che la dicotomia destra/sinistra sia in questa fase storica – se non proprio superata – quantomeno limitativa nella rappresentazione della mappa politica italiana. E soprattutto che le posizioni valoriali dei vari partiti rappresentino solo fino a un certo punto gli orientamenti culturali della popolazione. Così, attraverso i dati Itanes, è stata ricostruita una versione italiana del political compass, che struttura cartesianamente lo spazio politico in quattro quadranti, delimitati da un asse orizzontale e uno verticale, il primo orientato da sinistra verso destra secondo gli orientamenti più o meno interventisti in politica economica, il secondo dal basso verso l’alto secondo gli orientamenti più o meno libertari nel campo del costume. Le domande utilizzate sono state rispettivamente: “Il governo dovrebbe intervenire meno nella gestione dell’economia” e “Bisogna rendere più difficile l’aborto”, per le quali a tutti gli intervistati è stato chiesto il grado di accordo, e cioè il classico Molto-Abbastanza-Poco-Per niente.

Le risposte a queste due domande sono state poi opportunamente trasformate secondo una scala logaritmica, dopo aver reso il tutto omogeneo avendo redistribuito proporzionalmente i non so e i non rispondo (che si attestavano attorno al 10% per tutte categorie considerate). Quali categorie sono state considerate? Le diverse autocollocazioni politiche del campione, da sinistra a destra, mantenendo anche coloro che non riescono o non sanno trovare per sé una collocazione. Il risultato è il seguente.

La dimensione delle bolle è naturalmente proporzionale alla percentuale del campione che si autocolloca in ogni categoria considerata. Spicca – forse un po’ sorprendentemente – l’alta percentuale di persone che si autocolloca al centro, quasi il 30 per cento
SINISTRA 9,8%  
CENTROSIINISTRA 15,4%  
CENTRO 29,3%  
CENTRODESTRA 17,2%  
DESTRA 10,8%  
NS/NR 17,5%  
TOTALE 100,0%

 

 

Il dato che comunque ci portiamo a casa è un sensibile sbilanciamento verso il no all’interventismo in economia da parte del governo: l’intersezione tra gli assi rappresenta la media del campione. E curioso notare come complessivamente chi si auto colloca a sinistra abbia un atteggiamento leggermente più liberista in economia di chi si colloca a centrosinistra. E che coloro che non si collocano siano finiti in una posizione intermedia tra centro e centrodestra. Un’altra annotazione, ma più che altro una domanda: chi si autocolloca a destra qualche anno fa si sarebbe trovato nella stessa posizione in cui si trova oggi? Chissà, probabilmente no. È un fatto quindi che non è solo la politica dei partiti a cambiare e a girare su se stessa, ma sono anche gli stessi italiani che si spostano e riformulano i propri comportamenti e orientamenti valoriali in funzione dell’offerta politica che viene messa in campo. Questo concetto risulterà ancora più chiaro quando collocheremo nella mappa i partiti, o meglio i loro elettori. Prima di ciò, invece, qualche considerazione sull’asse delle ordinate, quello relativo all’aborto, e di riflesso al costume. In questo caso le posizioni sembrano schiacciate maggiormente verso il basso, e in particolare coloro che si auto collocano a sinistra e centrosinistra sembrano allontanarsi in maniera maggiore dalla media. Vediamo ora cosa succede se consideriamo gli elettori dei partiti
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Il posizionamento dei partiti appare sensibilmente diverso. Se infatti le alleanze Pd-Idv e Pdl-Lega appaiono giustificate dal punto di vista culturale/valoriale (o almeno per gli item presi in considerazione), si nota immediatamente come gli elettori di Udc e Sinistra Arcobaleno siano molto distanti dai 2 blocchi principali. Udc si trova infatti situato nel quadrante contro l’aborto (e quindi più tradizionalista nei costumi) e a favore dell’interventismo economico del governo, SA conserva posizioni che senza troppi giri di parole definiremmo “di sinistra”. Le piccole dimensioni delle bolle (che in questo caso coincidono con i risultati elettorali) sono presto spiegate dal grafico seguente, che mostra i due precedenti sovrapposti

Quanto più un partito si allontana dalle posizioni del suo elettorato di riferimento, tanto più perderà consenso. Chiudiamo con una domanda, anzi una provocazione. Ma sono realmente i partiti che si allontanano dall’elettorato di riferimento, o è l’elettorato di riferimento a cambiare posizionamento e ad allontanarsi dai partiti?