La scommessa di Putin: economia innovativa senza deficit
[ad]Putin si è posto un obiettivo non realistico: creare un’economia innovativa in presenza di un bilancio libero da deficit, scrive il giornale economico “Vedomosti”. Ma alla fine dovrà scegliere. Esaminando il pronostico di sviluppo socio-economico fino al 2030, il ministero per lo sviluppo propone di scegliere fra un’economia „basata sulle materie prime” e un’economia veramente “innovativa”. La prima variante presuppone un bilancio privo di deficit dal 2015, ma in questo caso le promesse preelettorali di Putin possono esser messe in pratica solo nei confronti della metà dei dipendenti pubblici; il compenso in denaro dei militari entro il 2030 dovrà tornare al livello precedente la riforma delle forze armate, il programma di Stato per la modernizzazione degli armamenti, per un costo di 22 trilioni di rubli, dovrà essere ridotto e sarà giocoforza anche accettare la crescita della disuguaglianza dei redditi fra la capitale e le regioni. In uno scenario innovativo il deficit di bilancio fino al 2030 sarà di 1,5-2% del PIL ed il debito pubblico salirà al 25% del PIL.
Si diversificherebbe anche la traiettoria della crescita: in media del 4,4% in caso di sviluppo innovativo e del 3,5-3,6% in caso di sviluppo conservativo. Nel primo caso la Russia aumenterebbe il suo peso nel PIL mondiale dal 3 до 3,7% entro il 2030, nel secondo caso i suoi tempi di crescita coinciderebbero praticamente con quelli mondiali. Diversi economisti rilevano che lo scenario innovativo è possibile anche senza deficit, tuttavia a condizione che vengano raggiunti più alti ritmi di crescita del PIL nel suo complesso, accompagnato da un miglioramento molto rapido del clima favorevole agli investimenti e da una marcia a tappe forzate per quanto riguarda le riforme strutturali. Gli esperti sono convinti che la nuova economia è impossibile senza la riforma degli istituti, della giustizia e degli organi di controllo sul business. Inoltre è necessario cambiare l’ambiente istituzionale. Nel 2008 con l’avvento di Medvedev fu imboccata la rotta verso la seconda variante di sviluppo economico, quella innovativa. Ma è venuta la crisi a rovinare le cose. “Vedomosti” ritiene che ora sia più probabile la realizzazione dello scenario che fa perno sulle materie prime. La decisione su quale cammino seguire non è ancora stata presa dai vertici della Russia. Per adesso si aspetta.
di Giovanni Bensi
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