Uno degli equivoci in cui da sempre è più facile imbattersi nei tatticismi politico elettorali è quello di considerare i gruppi sociali come categorie a compartimenti stagni, isolabili e conquistabili.
Giovani e cattolici rappresentano uno scintillante esempio di queste sviste intellettuali: ogni giorno, infatti, dalle Alpi a Lampedusa rimbalzano di quotidiano in quotidiano (ma non di meno nel chiuso delle segreterie di partito), dichiarazioni di segretari e candidati che indicano la necessità di aprirsi a categorie che sembrerebbero escluse dal dibattito politico, e a cui andrebbero riservate parole e persone dedicate specificamente a questo scopo. Questo equivoco ha visto forse la più evidente concretizzazione nella composizione delle liste del Pd alle ultime politiche, in cui hanno trovato posto come figurine Panini la giovane Madia e la cattolica Binetti (oppure, da altro punto di vista l’industriale Calearo e l’operaio superstite del rogo alle acciaierie ThyssenKrupp Boccuzzi). In realtà la caratterizzazione come “giovani” (magari con doppia “g”) dei nostri figli e nipoti, e come “cattolici” delle nostre mamme o dei vicini di casa non fa altro che assurgere a teatralità una tra le mille peculiarità che definiscono le persone che invece ci circondano. E proprio in quanto peculiarità permettono di determinare solo delle leggere inclinazioni che diversificano i comportamenti e i pensieri rispetto agli altri gruppi speculari che possiamo considerare di volta. «Quella del voto cattolico è questione che agita i partiti non i cittadini», ha lucidamente dichiarato la candidata alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino. La questione, naturalmente, vale anche per i giovani.
I giovani
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[ad]La fascia degli adulti-giovani invece rappresenta la seconda (dopo quella formata dagli over 65) in cui è più forte il Popolo della Libertà, e in assoluto quella in cui è più debole il Pd, che faticherebbe a raggiungere anche il 20 per cento. I giovani-adulti, inoltre, premiano (in misura maggiore della media) Udc, Lega Nord, Rifondazione e Comunisti, Sinistra e Libertà, Radicali e il Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo. Italia dei Valori, che negli ultimi mesi ha cavalcato più di tutte le altre formazioni l’onda dell’antagonismo, nonostante i giudizi positivi sull’operato non riesce ancora a far presa forte su queste due fasce; ma esprime al contrario consensi più robusti nelle fasce di mezza età (35-44 e 45-54 anni). A fronte di esperienze e idee socio-politiche molto diverse, la sintesi tra giovani-adulti e adulti-giovani (che tornano a essere in assoluto “i giovani”) è rappresentata dalla fruizione dei mezzi di comunicazione, maggiori per tutti rispetto alla media, ma tra i quali internet e i social network segnano nettamente la differenza. I giovani, che combaciano per la quasi totalità con i “nativi digitali”, sono stati infatti, guardando alle prossime regionali, mittente e destinatario di alcune originali iniziative nel campo della comunicazione. Ne citiamo due su tutte, naturalmente in relazione a candidati (e dunque partiti) che mostrano probabilmente più rottura rispetto al passato, e che anche per questo risultano apprezzate dai più giovani. La prima è Emmatar, un video virale realizzato da alcuni sostenitori di Emma Bonino, che in una irriverente parodia del recente campione d’incassi Avatar traspone la figura della candidata radicale alla Regione Lazio a quella del protagonista del film Jake Sully, il marine paraplegico scelto per infiltrarsi tra gli abitanti di Pandora, e conquistare il pianeta. La seconda è la Fabbrica di Nichi (promossa dal governatore e candidato presidente alla Regione Puglia Nichi Vendola), che, come leggiamo dal sito web, “non è un semplice comitato elettorale, ma uno spazio diverso, attivo e creativo. Volontari di tutta la Puglia attivano un processo di rete e partecipazione: idee, proposte, informazioni e contenuti di ogni genere nascono e si diffondono vorticosamente per tutta la regione, attraverso il web e le azioni sul territorio”. La solidità del rapporto di Vendola con i giovani prende vita già 5 anni fa: ricordiamo a questo proposito l’ ”Italian Sud Est Nichi Express”, speciale treno elettorale organizzato spontaneamente dai cittadini (ma soprattutto giovani), partito da Bologna direzione Puglia per votare alle regionali 2005 il candidato “Gay, Cattolico e Comunista”. L’iniziativa è stata riproposta quest’anno per le primarie del centrosinistra con i “Nichi Bus Express”, autobus da tutta Italia che hanno fatto la loro parte nella vittoria contro il candidato dalemiano Francesco Boccia. Sia i giovani laziali che i giovani pugliesi voteranno in maggioranza per i due candidati espressione del centrosinistra. Ma se quelli pugliesi sono nettamente convinti che Vendola uscirà vincitore dalla contesa (il 78% dei 18-24enni, che assegnano meno del 10% di possibilità sia a Rocco Palese che ad Adriana Poli Bortone), i coetanei laziali appaiono meno entusiasti ed entusiasmati. Se infatti (rispetto alle altre fasce di età) saranno coloro che voteranno di più per Emma Bonino, i giovani-adulti laziali sono anche quelli (rispetto alle altre fasce di età) che al momento assegnano meno chance di vittoria alla stessa Bonino: solo il 16% crede che sarà il loro nuovo Governatore, oltre il 50% indica come vincitore della contesa il principale candidato avversario, cioè Renata Polverini.
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I cattolici