Uno degli equivoci in cui da sempre è più facile imbattersi nei tatticismi politico elettorali è quello di considerare i gruppi sociali come categorie a compartimenti stagni, isolabili e conquistabili.
Giovani e cattolici rappresentano uno scintillante esempio di queste sviste intellettuali: ogni giorno, infatti, dalle Alpi a Lampedusa rimbalzano di quotidiano in quotidiano (ma non di meno nel chiuso delle segreterie di partito), dichiarazioni di segretari e candidati che indicano la necessità di aprirsi a categorie che sembrerebbero escluse dal dibattito politico, e a cui andrebbero riservate parole e persone dedicate specificamente a questo scopo. Questo equivoco ha visto forse la più evidente concretizzazione nella composizione delle liste del Pd alle ultime politiche, in cui hanno trovato posto come figurine Panini la giovane Madia e la cattolica Binetti (oppure, da altro punto di vista l’industriale Calearo e l’operaio superstite del rogo alle acciaierie ThyssenKrupp Boccuzzi). In realtà la caratterizzazione come “giovani” (magari con doppia “g”) dei nostri figli e nipoti, e come “cattolici” delle nostre mamme o dei vicini di casa non fa altro che assurgere a teatralità una tra le mille peculiarità che definiscono le persone che invece ci circondano. E proprio in quanto peculiarità permettono di determinare solo delle leggere inclinazioni che diversificano i comportamenti e i pensieri rispetto agli altri gruppi speculari che possiamo considerare di volta. «Quella del voto cattolico è questione che agita i partiti non i cittadini», ha lucidamente dichiarato la candidata alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino. La questione, naturalmente, vale anche per i giovani.
I giovani
[ad]«I giovani sono dentro i sondaggi catalogati in percentuali, i giovani stanno bene, i giovani stanno male. I giovani quali, quelli più belli? oppure i giovani quelli brutti? i ricchi, i poveri i giovani cosa, i giovani che? i giovani tutti». Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha ormai 44 anni, una famiglia e si dedica nel tempo libero alla cancellazione del debito dei Paesi in Via di Sviluppo. Ma nel 1994, all’età di 28 anni, pubblicava una canzone intitolata per l’appunto “I giovani” in cui da “insider” ironicamente metteva a nudo questa facile generalizzazione. Senza dunque la volontà di catalogare i giovani, dall’ultima indagine che Lorien Consulting ha condotto su 3.000 casi in vista delle imminenti elezioni regionali, possiamo individuare alcune inclinazioni che indubbiamente contrassegnano questo gruppo sociale rispetto agli altri. Separiamo innanzitutto la fascia 18-24 anni dalla fascia 25-34 anni; da qui in poi le definiremo rispettivamente di “giovani-adulti” e di “adulti-giovani”. I primi rappresentano poco meno del 9% della popolazione votante, i secondi poco più del 16 per cento: complessivamente, dunque, i giovani indistintamente rappresentano un quarto della popolazione maggiorenne italiana. I giovani-adulti sono in larghissima parte studenti (80,3%), gli adulti-giovani si distribuiscono maggiormente tra liberi professionisti (le “celebri” partite iva), impiegati, operai. Un quarto di loro è ancora studente, un altro quarto è già laureato. Queste due fasce di età, come a lungo argomentato da studi politico-sociologici, scontano una importante differenza, cioè la conoscenza del mondo del lavoro. L’autocollocazione dei giovani-adulti è infatti sbilanciata sull’area di centrosinistra (40,1% rispetto a 33,4%, con un totale campione al 37,4%), quella degli adulti-giovani è specularmene sbilanciata sull’area di centrodestra (39,5% rispetto al 33,1%, con un totale campione al 35,5%). Entrambi piuttosto critici con l’operato del governo attuale, i giovani adulti si mostrano invece più indulgenti con Udc, Pd e Idv (e i relativi leader, a cui assegnano giudizi migliori della media), i secondi appaiono molto più sfiduciati, assegnando giudizi peggiori della media praticamente a tutti i partiti e leader. In cabina si dimostrano coerenti con l’autocollocazione, evidenziando tuttavia (i 18-24 anni), senza alcuna sorpresa, una tendenza antagonista maggiore della media. Se infatti votassero solamente i giovani-adulti, oltre al Partito Democratico, verrebbero premiati, Sinistra e Libertà, Rifondazione e Comunisti, Radicali, La destra e Lega Nord.
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