5 Stelle, analisi di un successo (II parte)
La prima parte dell’articolo (Sarego e Budrio) è disponibile a questo link.
La città di Comacchio, la piccola Venezia del ferrarese, già da subito presenta una importante anomalia rispetto a molti altri comuni al voto che la rende unica tra i casi presi in esame: si tratta infatti di un Comune arrivato ad elezioni anticipate dopo la caduta dell’amministrazione Carli nel novembre 2011.
[ad]Nelle elezioni comunali del 28 marzo 2010 il centrodestra ottenne un risultato di portata storica sconfiggendo il centrosinistra al ballottaggio e portando a destra il comune del ferrarese per la prima volta nella storia repubblicana, dopo che il centrosinistra nelle elezioni 2005 aveva stravinto con oltre il 60%.
Mentre il centrosinistra si leccava le ferite e pensava a come riproporsi tra i cittadini, la coalizione berlusconiana al governo sprecava un’occasione forse irripetibile tra sprechi di denaro e scandali, dilapidando il proprio credito fino a crollare e costringere la città al commissariamento.
Alle elezioni 2012 entrambe le coalizioni principali arrivavano piuttosto indebolite, il centrodestra da un’esperienza di governo tutt’altro che esaltante e con la divisione tra PdL e Lega Nord, il centrosinistra capace solo di proporre la candidatura di Pierotti, il dissidente che correndo in autonomia nel 2010 fu una delle cause della vittoria della coalizione berlusconiana. Per di più l’assenza di primarie e l’alleanza con l’UdC avevano generato una scissione nella coalizione con IdV, SEL e FdS che si sono presentati sostenendo la candidatura di Fabio Cavallari in aperta ostilità con il centrosinistra ufficiale di Pierotti.
Risultato delle elezioni amministrative 2012 a Comacchio (FE) |
I dati elettorali del primo turno mostrano una serie di tendenze comuni con il resto del Paese: in primo luogo appare con evidenza il crollo del centrodestra, passato dal 41% del 2010 al 20% del 2012: una perdita secca del 50% dei consensi, con un PdL ridotto a meno della metà dei valori di due anni fa ed una Lega che dal 9% passa al 5%.
Anche il centrosinistra arretra: considerando i dati di Cicognani e Pierotti del 2010, e confrontandoli con quelli di Pierotti e Cavallari del 2012, si vede un passaggio dal 51% al 48% in termini di candidati e dal 52% al 50% in termini di liste. Il centrosinistra nel suo complesso riesce a tenersi sul filo della maggioranza assoluta degli elettori, ma la divisione tra l’ala moderata e quella radicale sarà una delle chiavi della vittoria del MoVimento 5 Stelle.
La misura della sfiducia verso le coalizioni storiche della politica italiana può essere misurata da un lato osservando l’ottimo risultato del MoVimento 5 Stelle, che supera il 20% e con un candidato in grado di agguantare il 22%, e al tempo stesso con la presenza di una lista civica di largo successo in grado – malgrado un M5S così forte – di arrivare alla soglia della doppia cifra.
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