Sondaggio Ipsos-Ballarò: Grillo vola e il Pd dovrebbe preoccuparsi.
Sondaggio Ipsos-Ballarò: Grillo vola e il Pd dovrebbe preoccuparsi.
Il sondaggio Ipsos di questa settimana va letto davvero da cima a fondo. In particolare i dati che stupiscono riguardano il Movimento 5 Stelle, il Pd e l’area del non voto.
Diciamo subito che la crisi del centro-destra appare davvero cronica. Già le recenti elezioni amministrative avevano certificato l’implosione del blocco conservatore ma le politiche del 2013, in assenza di eventi chiave, potrebbero segnare la fine di un’era per la destra in Italia.
Liste | % |
Pd | 25 |
MS5 | 20 |
Pdl | 17,2 |
Idv | 7,8 |
Udc | 6,8 |
Sel | 6,3 |
Lega Nord | 4,8 |
Fed Sin | 2,7 |
Fli | 2,5 |
La Destra | 1,3 |
Verdi | 1,1 |
Altri | 4,5 |
Area non Voto | 42 |
La situazione del Pd, però, inizia ad essere preoccupante per i dirigenti democratici. Il partito, dopo aver raggiunto quasi il 30% dei consensi nei primi mesi dell’anno appare ripiegato (elettoralmente parlando) e sopratutto tutto il centro-sinistra non riesce “a sfruttare” la flessione dei partiti di destra.
[ad]Il Movimento 5 Stelle è il vero protagonista in questa fase e non solo per il 20% raggiunto nell’ultima settimana ma anche e sopratutto se si considera l’elettorato potenziale. L’area del non voto, che oggi si attesta intorno al 40%, rappresenta un bacino potenziale rilevante e il movimento del comico genovese, per le sue caratteristiche anti-sistema, è l’unico soggetto in grado di attrarre indecisi e delusi.
Certamente la legge elettorale attuale potrebbe penalizzare Grillo, sopratutto considerato la complicata attribuzione di premi di maggioranza regionali prevista al Senato. Tuttavia il centro-sinistra potrebbe scontare l’effetto Grillo nelle regioni rosse (E. Romagna, Toscana, Umbria e Marche) con il risultato di una maggioranza risicata a Palazzo Madama.
Il quadro è quindi molto fluido e molto dipende dalla riforma delle legge elettorale e dalle costruzione delle alleanze. Da questo punto di vista il Pd (che, nel 2013, rischia una nuova vittoria a metà come nel 2006 con Prodi) appare avvitato a causa dei temi citati in precedenza: Bersani, infatti, sa bene che prima di discutere della legge elettorale deve avere chiaro con chi si coalizzerà nel 2013 (Idv+ Sel o Udc). D’altra parte, i potenziali alleati incalzano la formazione di Bersani, determinando sussulti interni al Partito Democratico e questo rende molto complicato attrarre nuovi consensi.
L’unica (magra) consolazione è rappresentata da alcune rilevazioni demoscopiche che mettono in luce come 7 italiani su 10 non ritengano comunque il MS5 in grado di governare: queste valutazioni, al momento del voto potrebbero giocare a vantaggio del centro-sinistra e di tutti i partiti in generale. Inoltre le difficoltà di Pizzarotti a Parma, i malumori interni al movimento ecc. sono elementi negativi per i grillini. Dopo l’estate, molto probabilmente, potremo avere indicazioni più chiare.