Torino: lo storico elettorale
[ad]Ancora più importante, questa analisi permette di capire come il principale nemico di PD e PdL sia l’astensionismo. Il cannibalismo che Lega e IdV hanno esercitato all’interno delle rispettive coalizioni non è legato ad un vero e proprio travaso di consensi, ma alla capacità di mantenere – senza accrescere – il proprio elettorato mentre quello dei partiti “maggiori” calava o si disperdeva su altre formazioni.
Naturalmente non bisogna dimenticare un certo margine di errore nei risultati ottenuti, dovuto alla presenza o all’assenza di liste civiche all’interno delle coalizioni, liste che storicamente “pescano” in maniera più evidente nei partiti di maggiori dimensioni. La tendenza è tuttavia innegabile.
Risultati ottenuti dal centrodestra nel Comune di Torino (2005 – 2010)
Risultati ottenuti dal centrosinistra nel Comune di Torino (2005 – 2010)
Ripartizione circoscrizioni nel Comune di Torino (2005 – 2010)
Esaminando lo scenario cittadino dal punto di vista geografico, si vede come il centrodestra sia in grado di prevalere unicamente nella circoscrizione più centrale di Torino (Circoscrizione I: Centro – Crocetta) e di essere vicino al pareggio nella Circoscrizione VIII (San Salvario – Borgo Po – Cavoretto). In tutto il resto della città il centrosinistra prevale senza eccessive difficoltà, specie nelle sue roccaforti delle circoscrizioni II, V e X.
Peso delle circoscrizioni nel Comune di Torino (2005-2010)
Prendendo in considerazione, infine, il peso relativo delle circoscrizioni, si colgono alcuni accenni ditrend – salita della VIII e calo della VI su tutti – in un’ottica tuttavia di sostanziale stazionarietà, sintomo che le differenze di affluenza legate alle differenti competizioni elettorali e alle evoluzioni del fenomeno dell’astensionismo colpiscono in maniera abbastanza uniforme a livello cittadino, quindi in maniera abbastanza scorrelata dalla composizione elettorale del campione formato dagli abitanti di una data circoscrizione.
Si arriva quindi ad un’apparente contraddizione: la variabilità del voto incide soprattutto a sinistra, eppure il peso delle circoscrizioni resta invariato, suggerendo una partecipazione proporzionale malgrado i vari quartieri di Torino presentino risultati anche molto diversi tra loro. Non si notano in sostanza cali significativi di rappresentanza delle circoscrizioni più di sinistra in concomitanza con le elezioni che hanno riservato gli esiti peggiori per la coalizione progressista.
In realtà questi due dati consentono di inquadrare meglio il fenomeno dell’astensionismo relativamente all’area torinese: non vi è un problema – o almeno non è il problema principale – a livello della base storica del partito, ma al contrario vi è molta delusione nel cosiddetto ceto medio progressista, la gente di sinistra non tanto per rivalsa sociale o necessità storica, ma per l’ideale di un mondo migliore, più ecologico, più equo, più meritocratico. Una fascia di elettorato non collocabile geograficamente ma al tempo stesso sufficientemente numerosa da determinare pesantemente l’esito della prossima competizione elettorale.
Matteo Patanè