Il peso dei partiti e l’analisi dei risultati per quartiere (2005-2010)
[ad]Come per Bologna, anche per Torino presentiamo un’analisi dello storico elettorale, per poter meglio leggere i risultati delle elezioni che si terranno tra 7 giorni. Anche se la vittoria del candidato di centrosinistra, Fassino, sembra l’ipotesi più probabile (così come quella di Merola a Bologna) è importante capire se si confermeranno alcune tendenze nel voto ai partiti e nelle preferenze elettorali dei singoli quartieri.
A questo link si trova un excel contenente i risultati delle elezioni regionali 2005, politiche 2006, comunali 2006, politiche 2008, provinciali 2009 e regionali 2010 così come riportate dal servizio elettorale1 del Comune di Torino: tutte le tornate elettorali degli ultimi sei anni ad eccezioni delle europee 2009, proprio per prendere in considerazione solo le elezioni in cui si puntava all’elezione di una carica monocratica. La forte connotazione personalistica data alle elezioni politiche nella II Repubblica permette di considerarle, da questo punto di vista, paragonabili alle elezioni amministrative.
Confronto centrodestra-centrosinistra nel Comune di Torino (2005-2010)
Il quadro che emerge è abbastanza chiaro: Torino è una città di centrosinistra. Nelle tornate elettorali prese in considerazione il centrosinistra ha oscillato tra il 46,14% ed il 63,62% (media 54,95%, deviazione standard 6,91%), mentre il centrodestra ha ottenuto una forbice che spazia tra il 32,16% ed il 42,47% (media 38,37%, deviazione standard 3,45%).
È bene evidenziare il fatto che per consultazioni elettorali differenti i concetti di centrodestra e centrosinistra sono a loro volta differenti: la geometria e la composizione delle coalizioni è variata più volte nel corso degli anni, e con essa la presenza o meno delle cosiddette terze forze.
Rapporto PDL-Lega nel Comune di Torino (2005 – 2010)
Rapporto PD-IdV-SEL nel Comune di Torino (2005 – 2010)
In entrambi gli schieramenti principali si assiste, dopo il 2008, ad un repentino e violento calo percentuale dei partiti principali (PdL e PD) in favore delle forze di minoranza (Lega da una parte e IdV e SEL dall’altra).
La causa dietro a questo fenomeno è evidente: se si osserva l’andamento dell’IdV si nota una violenta cesura tra il 2006 ed il 2008 con un passaggio da meno di 10.000 voti ad oltre 30.000 preferenze; tra il 2008 ed il 2010, tuttavia, le simpatie per il partito di Di Pietro si sono mantenute su un livello pressoché stabile. Un discorso analogo, anche in termini di cifre, può essere fatto per la Lega Nord, mentre Sinistra Ecologia e Libertà presenta una serie storica troppo breve per essere presa in esame in questo tipo di analisi.
La stabilità di Lega e IdV, a fronte di un accrescimento del loro peso a livello di coalizione, implica che esiste una diaspora di consensi nel PD e nel PdL che, se da un lato si compensa a livello di rapporti di forza tra le coalizioni, dall’altro muta in maniera molto evidente la composizione delle coalizioni stesse.
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[ad]Ancora più importante, questa analisi permette di capire come il principale nemico di PD e PdL sia l’astensionismo. Il cannibalismo che Lega e IdV hanno esercitato all’interno delle rispettive coalizioni non è legato ad un vero e proprio travaso di consensi, ma alla capacità di mantenere – senza accrescere – il proprio elettorato mentre quello dei partiti “maggiori” calava o si disperdeva su altre formazioni.
Naturalmente non bisogna dimenticare un certo margine di errore nei risultati ottenuti, dovuto alla presenza o all’assenza di liste civiche all’interno delle coalizioni, liste che storicamente “pescano” in maniera più evidente nei partiti di maggiori dimensioni. La tendenza è tuttavia innegabile.
Risultati ottenuti dal centrodestra nel Comune di Torino (2005 – 2010)
Risultati ottenuti dal centrosinistra nel Comune di Torino (2005 – 2010)
Ripartizione circoscrizioni nel Comune di Torino (2005 – 2010)
Esaminando lo scenario cittadino dal punto di vista geografico, si vede come il centrodestra sia in grado di prevalere unicamente nella circoscrizione più centrale di Torino (Circoscrizione I: Centro – Crocetta) e di essere vicino al pareggio nella Circoscrizione VIII (San Salvario – Borgo Po – Cavoretto). In tutto il resto della città il centrosinistra prevale senza eccessive difficoltà, specie nelle sue roccaforti delle circoscrizioni II, V e X.
Peso delle circoscrizioni nel Comune di Torino (2005-2010)
Prendendo in considerazione, infine, il peso relativo delle circoscrizioni, si colgono alcuni accenni ditrend – salita della VIII e calo della VI su tutti – in un’ottica tuttavia di sostanziale stazionarietà, sintomo che le differenze di affluenza legate alle differenti competizioni elettorali e alle evoluzioni del fenomeno dell’astensionismo colpiscono in maniera abbastanza uniforme a livello cittadino, quindi in maniera abbastanza scorrelata dalla composizione elettorale del campione formato dagli abitanti di una data circoscrizione.
Si arriva quindi ad un’apparente contraddizione: la variabilità del voto incide soprattutto a sinistra, eppure il peso delle circoscrizioni resta invariato, suggerendo una partecipazione proporzionale malgrado i vari quartieri di Torino presentino risultati anche molto diversi tra loro. Non si notano in sostanza cali significativi di rappresentanza delle circoscrizioni più di sinistra in concomitanza con le elezioni che hanno riservato gli esiti peggiori per la coalizione progressista.
In realtà questi due dati consentono di inquadrare meglio il fenomeno dell’astensionismo relativamente all’area torinese: non vi è un problema – o almeno non è il problema principale – a livello della base storica del partito, ma al contrario vi è molta delusione nel cosiddetto ceto medio progressista, la gente di sinistra non tanto per rivalsa sociale o necessità storica, ma per l’ideale di un mondo migliore, più ecologico, più equo, più meritocratico. Una fascia di elettorato non collocabile geograficamente ma al tempo stesso sufficientemente numerosa da determinare pesantemente l’esito della prossima competizione elettorale.
Matteo Patanè