Ha sciolto il primo dei “misteri” sulla Direzione Nazionale del Pd, che si terrà questo venerdì e promette di essere piuttosto turbolenta, con diverse questioni da districare. Il Segretario del Pd ammette: “mi candido, e spero non da solo” alle primarie che dovranno designare il candidato a Palazzo Chigi.
[ad]In questo modo il Segretario risponde preventivamente a quello che sarà un ordine del giorno presentato da Civati, Concia e Gozi, che appunto chiedono le primarie, proponendo il modello francese (particolarmente di moda) del doppio turno: secondo il deputato forlivese, questo metodo aiuterà in un primo momento a presentare tutte le posizioni presenti nel partito, e solo successivamente designare il leader.
Ed in un certo senso risponde anche a Renzi, che chiede le primarie ormai da anni, e proprio lunedì ha ricevuto (come ha prontamente riportato il Termometro) l’endorsement del leader della Confindustria Squinzi, con una tempistica che ha destato non pochi sospetti negli ambienti più vicini al Segretario Pd.
Ciò che ancora non si sa è se saranno di partito o di coalizione. La sortita di Fassina, se fosse stata accolta, avrebbe reso molto probabile la riproposizione della “foto di Vasto”, per motivi oggettivi di tempistica. Ma così non è stato, ed oggi si segnalano due dichiarazioni apparentemente antitetiche: Di Pietro, in aperta polemica con il Pd (questa volta per quanto riguarda le nomine AgCom e Garante Privacy), ha dichiarato infatti che non intende più discutere con chi si è di fatto tirato fuori dalla “foto”; Nichi Vendola invece, intervenendo su Radio1, ha riproposto la propria candidatura, sempre ammesso che le primarie siano di coalizione.
Non sappiamo come andrà la Direzione di venerdì, dove si parlerà anche di sostegno al Governo e liste civiche, ma sicuramente non sarà un appuntamento scevro di notizie.