5 Stelle, analisi di un successo (III parte)
- La presenza di tematiche locali di grande impatto: i dissesti finanziari di Comacchio e Parma, le centrali a biomasse di Budrio, l’inceneritore ancora a Parma hanno fatto montare una protesta anti-casta di cui solo il MoVimento 5 Stelle ha saputo rendersi interprete. In particolare nel caso di Parma, con la vittoria di bernazzoli alle primarie del centrosinsitra il fronte anti-inceneritore ha avuto in Pizzarotti l’unico referente credibile nella competizione elettorale.
- La crisi e la frammentazione del centrodestra: spesso il MoVimento 5 Stelle è riuscito ad approdare al ballottaggio sfruttando la debolezza del centrodestra, prostrato dalla disaffezione degli elettori del PdL dopo la caduta del Governo Berlusconi IV e dagli scandali che hanno travolto la Lega Nord
- L’estraneità alla contrapposizione destra-sinistra: si può ben dire che il MoVimento 5 Stelle sia riuscito nel compito che il Terzo Polo si era proposto, fallendo miseramente, ovvero offrire un’alternativa di amministrazione credibile alla dicotomia destra-sinistra in cui il Paese è congelato praticamente dal dopoguerra. La giovinezza del partito e la sua politica di corse in solitaria senza associazioni né a destra né a sinistra hanno reso il MoVimento 5 Stelle votabile da elettori di destra desiderosi di non vedere la sinistra al potere (non si sono verificati casi opposti alle amministrative 2012, ma con ogni probabilità lo scenario sarebbe stato lo stesso); nel comune sentire politico il MoVimento non è ancora sufficientemente “politicizzato” per essere visto come formazione avversa dagli elettorati degli altri partiti, e sfruttando questo particolare fenomeno i candidati grillini sono riusciti a fare incetta di voti ai ballottaggi ben oltre i risultati ottenuti al primo turno.
[ad]Sarà certamente difficile che simili condizioni si possano ripresentare in futuro: il centrodestra in effetti è arrivato a questo appuntamento elettorale forse nelle sue condizioni peggiori, ma è prevedibile una sua riorganizzazione in uno o due tronconi – uno più moderato ed uno più estremo – in grado di arginare l’attuale emorragia di voti; inoltre, lo shock delle vittorie elettorali alle amministrative ed i ruoli di governo assunti dal MoVimento 5 Stelle dovrebbero essere in grado di trasformare l’ottica bipolare che ha condizionato la politica negli ultimi vent’anni in una almeno tripolare, congelando non tanto i flussi di voto in uscita e in entrata da una coalizione all’altra, quanto piuttosto quel meccanismo di seconda preferenza indiretta che tanto ha avvantaggiato il M5S in queste elezioni amministrative.
Si può quindi dire che sulla spinta di condizioni irripetibili il MoVimento 5 Stelle abbia toccato il suo punto più alto?
Sicuramente no: il partito è in rapida ascesa in tutti i sondaggi, e potrebbe essere spinto ancora più in alto se saprà fornire nelle città dove ora governa esempi di amministrazione virtuosa ed efficace.
Tuttavia le vittorie future, se verranno, dovranno avere caratteristiche differenti da quelle attuali: non ci sarà sempre un centrodestra pronto a riversare i propri voti sul M5S pur di non far vincere la sinistra, e viceversa. Il MoVimento deve fare quel salto di qualità e deve mostrare quell’ambizione necessaria ad aspirare a posizioni di governo solo con le proprie forze, senza aiuti esterni, con una sorta di quella vocazione maggioritaria tanto cara a Veltroni.
Se non sarà così il futuro del M5S sarà semplicemente quello di un partito medio, al di sopra di quella linea di galleggiamento che significa contare qualcosa nella politica nazionale ma sicuramente ben lontano dagli obiettivi che oggi si propone e che stanno facendo sognare così tanti Italiani.