Primarie entro l’anno, Bersani riceve il plauso dei rottamatori
“Tocca a noi”. La campagna elettorale di Pierluigi Bersani comincia da qui. Dalla direzione nazionale. E nel corso dell’apertura dei lavori conferma l’indiscrezione dei giorni scorsi, ovvero l’intenzione di portare il Pd a convocare in autunno delle primarie aperte.
[ad]“Io mi candiderò – è il passaggio più impegnativo immediatamente riportato dalle agenzie di stampa e dalle pagine ufficiali dei democrat –, ma mi candiderò dentro a quel percorso e in una giornata di grande partecipazione costruita non per allestire generiche carovane o determinare questa o quella rendita di posizione ma per ricavare governabilità dalla partecipazione, per riconnettere politica e società, per mettere in movimento la forza dei progressisti e non lasciarla spettatrice di acrobazie altrui, spesso senza capo né coda; perché alla fine la democrazia è guardare la gente negli occhi e farla scegliere liberamente. Si dimostrerà che questo lo facciamo solo noi”. Perché il riferimento alle coalizioni-carovanserraglio? Si intuisce dalla seconda novità. Bersani lancia un patto rivolto a progressisti e liste civiche di moderati. “Siamo un partito centrale anche se non nella geometria politica, ma nel rapporto col paese” che decodificato rende ancora di più il messaggio del leader democrat di voler giocare un ruolo da trait d’union fra l’ala sinistra e l’ala centrista di una prossima alleanza di governo.
Intanto, a fare le spese dell’inizio della sfida per la premiership è il Pdl che vede tramontare definitivamente il suo disegno semipresidenzialista. “Non è la nostra opzione – taglia corto –. Noi siamo per un sistema parlamentare riformato, semplificato e rafforzato, per un ruolo forte del Governo e per una preziosa funzione di equilibrio del Presidente della Repubblica. Naturalmente il semipresidenzialismo è una posizione legittima, ma non è comunque percorribile in questo scorcio di legislatura”. Gettata la componente più osteggiata dell’architettura istituzionale alla francese il segretario vorrebbe adottare il sistema elettorale parigino, con la formula del doppio turno di collegio e la fine pertanto delle liste plurinominali bloccate proporzionali.