Il governo spagnolo al bivio tra salvare le banche o la propria autonomia
Sono giorni decisivi per la Spagna. La bolla immobiliare che ha messo in ginocchio il sistema bancario iberico dovrebbe portare il Governo Rajoy a chiedere l’aiuto del Fondo Europeo di stabilità, almeno secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters, ed a farlo già in questo fine settimana.
In realtà, a quanto si apprende dalla Presidenza dell’Eurogruppo, non è prevista alcuna riunione dei Grandi d’Europa. Rajoy infatti non vorrebbe essere costretto a chiedere aiuti, preoccupato per le ripercussione che ciò avrebbe sulla sua politica economica.
[ad]Richiedendo gli aiuti dell’eurogruppo, infatti, il Governo spagnolo si porrebbe nelle stesse condizioni di Grecia, Irlanda e Portogallo, paesi su cui gravano pesanti condizionamenti di politica economica. Senza contare il danno d’immagine per l’economia del Paese e per il suo stesso governo.
Nel frattempo però la Bce preme, e secondo quanto riferisce Bloomberg, sarebbe preoccupata per gli effetti di eventuali ritardi nella richiesta di aiuti. La situazione, si sostiene, sarebbe simile a quella dell’Irlanda, risolvibile rafforzando la solidità degli istituti bancari. Ed anche l’Fmi comincia a fare i conti: sarebbero 40 i miliardi necessari nel breve periodo per salvare il sistema, di più se si dovrà riclassificare i prestiti. Per questo la soluzione dovrebbe però passare attraverso l’intermediazione di un istituto pubblico come il Fondo di Ristrutturazione Bancaria.
Diverso l’approccio della Merkel. Secondo la Cancelliera infatti, non si dovrebbero fare pressioni agli stati affinché accettino aiuti. Se sia un sincero convincimento o funzionale al cambiamento di rotta che il Governo tedesco sta tenendo negli ultimi giorni, lo sapremo solo nei prossimi giorni.