Kirghizistan: Tra democrazia e fast food
[ad]Molto siginificativo è il fatto che Begemot abbia aperto diversi punti vendita in Kazakistan, e che gli stessi proprietari dichiarino di voler continuare la propria espansione nel territtorio del’immenso vicino centro-asiatico, scontrandosi con colossi come KFC, piuttosto che tentare di affermarsi in Kirghizistan al di fuori della capitale o dell’area del lago Issyk-Kul. I pur bassi prezzi di Begemot sono comunque siginficativi per la media dei cittadini kirghisi, senza parlare poi della difficoltà di zone come Osh ancora oggi, come già detto, cariche di tensioni inter-etniche.
La linea di diffusione del Gamburger (un neologismo russo per Hamburger), sembra quindi segnare un confine tra diverse realtà centro-asiatiche: da un lato il Kazakistan come polo di attrazione e antesignano della modernizzazione, seppur con moltissimi limiti, e dall’altro lato paesi dove l’economia e la società restano ancorate a strutture tradizionali e autoritarie.
Basti dire che mentre Begemot accresce il proprio business in Kirghizistan e Kazakistan paesi come il Turkmenistan ed il Tagikistan hanno vietato, tramite censure o altre forme di boicottaggio, “The dictator”, l’ultimo film di Sacha Baron Cohen.
di Pietro Acquistapace