Legislative in Francia, la gauche verso la maggioranza assoluta
Netta affermazione al primo turno della gauche parlamentaire per il rinnovo dei 576 seggi dell’Assemblea Nazionale. Lo scrutinio ancora in corso ha cominciato a restituire un responso meno marcato del desiderato da parte del neopresidente Francois Hollande. Il suo Ps è in testa insieme all’Ump, entrambi attorno al 35% dei suffragi raccolti nella consultazione odierna. A fare la differenza però sono i voti portati in dote dagli alleati. Con i Verdi e il Front de Gauche di Melenchon la gauche arriverebbe attorno al 46,3% secondo i risultati parziali del ministero dell’Interno.
[ad]La proiezione in vista dei ballottaggi è piuttosto incoraggiante per il Partito Socialista, che potrebbe arrivare nella migliore delle ipotesi a toccare i 300 seggi conseguendo pertanto una maggioranza autosufficiente. Allargando poi la coalizione a ecologisti e Fg la supremazia diventerebbe indiscutibile con circa 350 seggi. In quest’ultima direzione si muovono le parole della segretaria dei socialisti Martine Aubry, che ha chiesto il sostegno compatto in ogni collegio al candidato di sinistra uscito stasera con più voti.
L’Ump subisce una sconfitta, evitando per il momento il tracollo. Sotto la guida di Copé e in attesa di una riorganizzazione della leadership dopo le legislative, il partito neogollista può sostenere di avere scongiurato una valanga rosa, pur confermando le changement in azione in Francia con l’approdo di Hollande alla presidenza.
Male il centro, mentre l’estrema destra non ripete l’exploit delle elezioni presidenziali del mese scorso restando sotto la soglia del 12,5% ovunque. Marine Le Pen, però, nel suo collegio accede al secondo turno da una posizione di vantaggio e se la vedrà con Henin-Beaumont indicato dal partito di Hollande. La sorpresa, infatti, è il ritiro di Jean-Luc Melenchon dopo essere arrivato terzo nella competizone con la presidente del Front National. Il Modem di Francois Bayrou rischia l’estinzione nella prossima legislatura, in quanto lo stesso leader centrista – fallito al momento l’aggancio alla gauche parlamentaire – si trova a dover condurre un ballottaggio dal quale parte da un misero 24%, contro il 20% del candidato dell’Ump e il 36% del Partito Socialista.
Saranno in tutto 25-30 i casi nei quali si misureranno tre candidati, avendo superato la soglia di sbarramento.
Curioso episodio per Ségolène Royal, l’ex candidata all’Eliseo del Partito Socialista e ora in corsa per la presidenza dell’Assemblea Nazionale. Nel suo collegio non ce l’ha fatta a centrare l’elezione al primo tentativo. Non tanto per merito dell’Ump, quanto per il volume di voti riportato da Olivier Falorni fresco fuoriuscito dalle file del Partito Socialista e giunto al secondo giro col 25% dei voti, molto vicino alla sua ex compagna di militanza Royal ferma al 29%. Per addolcire i toni e trovare una via d’uscita a quello che appare un evento paradossale è stata proprio la Royal a urne chiuse a proporre a Falorni un patto di desistenza, immediatamente respinto al mittente dall’interessato.
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[ad]Preoccupante il dato dell’astensione. L’affluenza definitiva è stata appena del 60,4% contro il 64% delle elezioni di cinque anni fa, che incoronarono Sarkozy e l’Ump maggioranza nel paese. Un segno a giudizio dell’ex primo ministro Jean-Pier Raffarin che i francesi non nutrono un particolare appetito verso il Partito Socialista.
Di fatto i ministri candidati alle elezioni legislative stanno avendo una promozione dappertutto: eletti al primo turno il premier Jean Marc Ayrault col 56%, il ministro degli esteri Laurent Fabius, il ministro dei trasporti Frédéric Couviller, Victorin Lurel ministro per l’Outre-mer, Delphine Batho ministro della giustizia. Tutti gli altri sono approdati al ballottaggio, ma da una posizione nettamente favorevole. Un passaggio indispensabile nella democrazia francese ad avviso del primo ministro Ayrault, che ha confermato la dottrina secondo la quale i ministri non eletti vengono immediatamente dimissionati.