Apparentemente Beppe Grillo è finito sotto una lente di ingrandimento impietosa del Financial Times, il principale giornale economico-finanziario britannico. E l’analisi del populismo 2.0 attribuito in capo al comico genovese, autore di un autentico exploit alle ultime elezioni amministrative, suonava quasi come un richiamo del mondo anglosassone all’ennesima deriva pericolosa dell’Italia nel post-berlusconismo.
Il botta e risposta col Financial Times è partito, invece, da un giornalista italiano Beppe Severgnini che per il quotidiano londinese scrive. E dai toni decisamente sopra le righe oltre che dagli accostamenti provocatori si è subito riconosciuto l’imprinting italico nella polemica, che si fa baruffa.
[ad]Cosa ha scritto di preciso Severgnini? “Spettacolo, empatia, la comunicazione unidirezionale e lo stretto controllo del suo partito: non vi ricorda qualcuno? Silvio Berlusconi, naturalmente senza il fattore donne. Oppure Umberto Bossi, senza gli scandali finanziari che hanno tormentato la Lega Nord” è stato il parallelo più generoso usato dal giornalista, che in Italia scrive per il Corriere della Sera, per raccontare ai sobri lettori di sua Maestà la parabola in ascesa del Movimento 5 Stelle. Qualche riga sotto lo scivolone con la scoperta di un paragone destinato sin dalla sua stesura a scatenare feroci polemiche. “Agli italiani ‘piace essere governati con il pugno duro’ ha scritto l’ambasciata americana al Dipartimento di Stato nel 1920. Allora, lo showman era più scuro, la figura più pericolosa: Benito Mussolini”.
Che poi rispetto al Duce la figura di Beppe Grillo non proponga gli stessi metodi dello squadrismo è un particolare che non sfugge. Ma su questo punto arriva il capo d’imputazione più corposo verso il Movimento: aver rigenerato il populismo facendolo diventare un fenomeno legato alla Rete, con metodi aggiornati. ” In principio, era un palco e un campo in una piazza, poi radio e film, poi tv, e ora è internet” o se vogliamo essere più espliciti di Severgnini all’inizio era l’olio di ricino oggi un post o un video su Youtube.
L’esercizio demolitorio non è piaciuto ovviamente al fondatore – nonché proprietario – del movimento. In una lettera al Financial Times ha definito un oltraggio la comparazione fra la sua esperienza politica e quella del ventennio fascista, un attacco deliberato. “Abbiamo rifiutato a differenza di tutti ogni forma di finanziamento pubblico – è stata la risposta affidata in una lettera -. Non viviamo in una democrazia ma in una partitocrazia”. Due sono gli obiettivi del Movimento nato da internet ribaditi nel rispondere agli appunti di Severgnini: trasparenza e partecipazione. In ciò si può sintetizzare la linea di pensiero del grillismo.