Mario Monti tenta un’accelerazione della sua azione di governo. Il premier è vero che non ha preso bene ieri l’invasione di campo del ministro delle finanze austriaco, che aveva fatto trapelare il pericolo per l’Italia di dover ricorrere a misure d’aiuto sulla falsariga di quanto avvenuto per la Spagna, ma nella turbolenza è riuscito a trovare un impensabile alleato per rimettere al centro del dibattito politico l’inevitabilità del suo esecutivo e della conclusione della legislatura con l’attuale formato di Grosse Koalition.
[ad]Del resto il contributo che Roma dovrà dare al piano di salvataggio per il sistema bancario iberico (20%) è stato immediatamente interpretato dai mercati come fonte di un peggioramento del debito pubblico italiano nel 2012. Con conseguente risalita dello spread oltre il livello di guardia e il ritorno degli investitori alla scommessa sul default dell’Italia.
Politicamente solido per la sua super maggioranza, ma operativamente rallentato sul fronte delle riforme ieri sera il professor Monti ha voluto subito dare un segnale inequivocabile alla sua maggioranza attraversata dai contraccolpi delle amministrative – soprattutto sul fronte del Pdl – convocando un vertice d’urgenza del famigerato ABC, superando il veto di Angelino Alfano che dopo la batosta elettorale rimediata il mese scorso aveva imposto uno stop per evitare commistioni col Pd e con l’Udc poco digeribili dalla sua base.
Stamane la drammatizzazione ha avuto il palcoscenico di Montecitorio, dal quale Monti ha rivolto un’informativa urgente a beneficio dei suoi alleati e degli osservatori internazionali. L’Italia a suo avviso non ha bisogno di un aiuto esterno, anche se la governance comunitaria al momento ha messo in moto misure “insufficienti” e “tardive”. D’altro canto anche sugli eurobond il punto di vista del governo italiano è che non si potrà tardare a metterli nell’agenda europea per farli partire fra un annetto. La Merkel è avvertita.