Dopo il trimestre omeopatico Monti può tornare a decidere
[ad]È quello delle prime settimane, fatto di recessione, uno spread apicale e la sensazione diffusa nell’opinione pubblica di essere sul ciglio della bancarotta e dell’uscita dall’euro. Quasi surfando su quelle acque turbolente a Monti riuscì la correzione dei conti e la cantierizzazione di una riforma dell’articolo 18 secondo standard riformatori degna di popoli di lingua inglese.
E non è un caso, allora, che dopo tre mesi improduttivi Monti si sia rimpossessato della guida del paese tenendo un vertice ABC, un’informativa alla Camera e l’accelerazione del pacchetto riforme nell’arco di 12 ore.
Pur trovando in gran parte omeopatica la cura proposta dal ministro Severino per corruzione e politica, d’altro canto, l’approvazione di tre fiducie sul ddl è il segno del ritorno ad un clima congeniale a questo governo. Monti può nuovamente sprigionare il suo piglio riformatore e divincolarsi dai tentacoli dialettici dei suoi alleati, rinunciando in nome dell’emergenza di concertare ogni singolo passaggio. Il decreto per la crescita sarà il primo banco di prova.