Si scaldano i motori delle primarie del centrosinistra. Ancora non sono chiare le regole che saranno applicate, tutto è ancora in fase embrionale, ma nel Pd cominciano a formarsi i primi schieramenti a favore dei due candidati sicuri della competizione: Bersani e Renzi.
A favore del Segretario, sono scesi in campo diversi sindaci e amministratori locali, nomi noti e affidabili da spendere in una campagna che potrebbe rivelarsi molto logorante per tutti i contendenti, alle prese con un convitato di pietra, il sentimento anti-casta, che aleggerà sulla competizione e sui mesi successivi.
[ad]Molti amministratori locali, tra i quali Fassino, Zanonato, Merola e Cialente, sindaci rispettivamente di Torino, Padova, Bologna e L’Aquila, hanno sottoscritto un manifesto promosso poco dopo l’ultima direzione nazionale del Pd, dichiarando la propria convinta disponibilità a sostenere Bersani nella leadership del centrosinistra. “Ci sentiamo coinvolti” nel percorso indicato dal Segretario Pd, “e vogliamo contribuire ad arricchirlo”, “per dare un futuro all’Italia” è quel che affermano i sottoscrittori del documento.
Sul fronte opposto, invece, Renzi, forte dell’appoggio di Civati, prepara una “Leopolda III”, invitando diverse centinaia di colleghi sindaci ed amministratori locali, non già a scegliere il candidato per le Primarie (Renzi non formalizzerà la propria candidatura fino a quando non si avrà il regolamento), ma per “candidare gli amministratori a cambiare l’Italia”, sfruttando un patrimonio di esperienze e buone pratiche di cui è portatrice l’anti-casta “che ogni giorno si confronta con i problemi dei cittadini”. Non sarà una “terapia di gruppo per amministratori anonimi”, ironizza il Sindaco di Firenze, ma un’occasione per dare “un orizzonte all’Italia”.
E lancia anche un non troppo velato attacco ai vertici del Pd: pian piano – è il suo convincimento – ci stanno dando ragione, e presto tutti i vecchi leader si diranno favorevoli al limite dei tre mandati. Ma sarà inutile, perché “l’usato sicuro non vincerà”.