Domenica scorsa alcuni esponenti molto navigati dell’Ump ebbero gioco facile nel parlare di freddezza da parte dell’elettorato verso il Partito Socialista: “Non è arrivata nessuna onda rosa” disse un minuto dopo la divulgazione degli exit poll l’ex premier Jean-Pierre Raffarin.
[ad]Da stasera a Parigi si può dire che l’Onda rosa sia arrivata ricacciando il centrodestra all’opposizione dopo due legislature di governo. Il Partito Socialista ottiene dei numeri che non vedeva dai tempi di Mitterrand. Rispetto al 2007 l’Assemblea Nazionale – secondo le proiezioni delle ore 20 – ribalta perfettamente i rapporti di forza. I socialisti avranno 320 seggi più altri 30 fra ecologisti e neogiacobini di Melanchon. Ump e alleati ne prendono appena 220.
Un mandato chiaro di piena governabilità dato dai francesi al presidente Francois Hollande. E vista l’ampiezza di questa affermazione per il Partito Socialista si tratta di una promozione a pieni voti del nuovo stile da “uomo normale” del capo dell’Eliseo e dei suoi intenti da rinegoziatore del fiscal compact voluto dal predecessore Sarkozy.
Per il partito gollista, dopo le stagioni presidenziali di Jacques Chirac e quella della rupture di Nicolas Sarkozy si tratta di una sconfessione dei candidati più direttamente riconducibili alle ultime esperienze governative, segno che verrà probabilmente letto come la necessità di una profonda riorganizzazione nel congresso atteso entro l’anno. Sconfitti Henri Novelli, segretario generale aggiunto dell’Ump e l’ex ministro Michelle Alliot-Marie.
A tutto beneficio dei socialisti e del governo in carica Ayrault, che vede confermati tutti i suoi ministri all’Assemblea Nazionale. “Viene premiata la coerenza. Avevamo chiesto i mezzi per agire e ora gli elettori ce li hanno dati” è stata la prima dichiarazione del premier.
La severa sconfitta riportata dall’Ump apre dopo molti anni un varco in Parlamento per il Fronte Nazionale di Le Pen. Non ce l’ha fatta la candidata con maggiore gravitas politica, Marine che ha raccolto l’eredità del movimento portandolo al massimo storico alle presidenziali di maggio. Sono risultati eletti, invece, i due candidati più fascinosi: Marion Le Pen, nipote di Marine, studentessa di Legge, diventa la più giovane parlamentare di tutte le cinque repubbliche; Gilbert Collard, avvocato di fama e politico molto telegenico.
Passando dalla sconfitta alle disfatte sicuramente vanno incasellate così le mancate rielezioni dell’ex candidato alle presidenziali per il Modem, Francois Bayrou che deteneva un seggio alla Camera bassa francese dal lontano 1986 e per Ségolène Royal, vittima a suo dire di “gelosia e maschilismo” oltre che di una coalizione degli elettori Ump e Fn, che al ballottaggio sono conversi su Falorni, il candidato socialista dissidente.
Si libera in questo modo la poltrona ghiotta per la sua valenza istituzionale oltre che politica della presidenza dell’Assemblea Nazionale, carica inizialmente prevista per madame Royal.
Nella convulsione tipica del commento a caldo durante lo spoglio dei seggi il segretario del Front de Gauche Melanchon, che esce fortemente ridimensionato sullo scacchiere rispetto alle ambizioni delle presidenziali, ha proposto la reintroduzione del sistema proporzionale. Un tema tabù per i partiti tradizionali, ma i neogiacobini non sarebbero i soli a volerlo nel nuovo arco parlamentare. Se vorrà coltivare questa battaglia il Fg potrà contare da stasera sull’appoggio di Marine Le Pen.