Nomine CdA Rai, scade il termine per presentare i Cv
Scade oggi il temine per la presentazione dei curricula dei candidati ad entrare nel CdA della RAI. Un metodo nuovo, per l’azienda pubblica, deciso per far fronte alle critiche che ogni volta accompagnano tale designazione, critiche talvolta relative alla statura delle persone che vi entrano e in ogni caso relative alla pratica spartitoria messa in atto dai partiti.
[ad]Il Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, riceverà entro oggi i cv degli interessati, e tra questi dovrebbero esserci anche i nomi che alcune associazioni (“Se non ora quando”, “Libera”, “Libertà e Giustizia”), dovrebbero consegnare al Pd affinché esso le presenti e le sostenga. È, quest’ultima, una mossa decisa da Bersani per superare l’impasse sul ruolo del proprio partito nella vicenda (inizialmente aveva dichiarato di non voler partecipare, ma poi ha considerato che così facendo Pdl e Lega avrebbero monopolizzato il CdA), ma che ha lasciato malumori nella stessa base, dal momento che non è chiaro il criterio per cui le associazioni citate dovrebbero essere in diritto di fare nomi per la Rai.
In realtà la logica spartitoria dovrebbe comunque prevalere, quando giovedì prossimo si aprirà il seggio, e si dovrebbe avere la seguente spartizione: due consiglieri a Pd e Pdl, e uno ciascuno a Udc, Lega e Idv.
L’UdC, secondo quanto riportano alcune agenzie, dovrebbe orientarsi su Roberto De Laurentiis, mentre Pdl e Lega dovrebbero scegliere – forse di comune accordo – tra Antonio Verro, Guido Paglia, Antonio Pilati, Franco Scaglia, Rubens Esposito e Giancarlo Galan. Il Pd, se tra le associazioni coinvolte non si trovasse la quadra, dovrebbe scegliere tra una lista di nomi, vanificando così l’intento dichiarato di non partecipare alla lottizzazione.
Dal canto suo, Antonio Di Pietro polemizza con il Pd, invitando le associazioni a non indicare alcun nome per evitare di essere coinvolte nel gioco delle spartizioni, ed invia una lettera al Presidente Zavoli per chiedere spiegazioni su come intende procedere nelle votazioni: queste, si sostiene, dovrebbero prevedere un’audizione, al fine di poter essere valutate serenamente, e alla stessa procedura deve essere soggetta anche la nuova Presidente del CdA, Anna Maria Tarantola. Per tutte queste ragioni, l’Italia dei Valori non dovrebbe partecipare alla votazione, a meno di un’improbabile convocazione in extremis delle audizioni dei candidati.