Ancora polemiche per la Fornero, ci si mette anche Confindustria

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Ancora polemiche per la Fornero, ci si mette anche Confindustria

 

“Una boiata”. Non c’è che dire: chiarezza, concisione, onestà intellettuale. Se tale giudizio l’avesse espresso un Calderoli o un Bossi, forse non avrebbe avuto neanche un’agenzia a renderlo pubblico. Invece ad esprimer il concetto è questa volta il nuovo Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, e l’oggetto della valutazione è la riforma del lavoro, “da varare comunque”, sperando nella possibilità di correttivi nella discussione che vi sarà alla Camera.

E si badi bene: “stiamo cercando di moderare i nostri toni” sulla riforma e sul decreto sviluppo, “per non aggiungere ulteriori complicazioni”, ha tenuto a precisare il Presidente Squinzi dal convegno della Fondazione Craxi.

[ad]Saranno fischiate le orecchie al Ministro, che nel frattempo ha informato Palazzo Madama degli aggiornamenti sul tema “esodati”, a seguito della pubblicazione dei dati Inps, noti al Ministro nel momento in cui il Governo proponeva 65mila salvaguardati, che parlano invece di 390mila persone coinvolte.

Ebbene oggi la Ministro Fornero ha ribadito gli attacchi all’INPS, reo appunto di aver reso noti dati parziali e non spiegati, quindi fuorvianti. In realtà – ha spiegato – la tabella considera numerosi casi in cui l’azione della riforma pensionistica non incide sulle condizioni dei lavoratori, e tutto ciò era sì ben noto al Governo, che però aveva già fatto una cernita di lavoratori da salvaguardare (la Fornero non parla mai di esodati, non le piace il concetto, preferisce piuttosto una visione “positiva” di “salvaguardati”).

Semmai, alle stime fornite dal ministero, inserite nel Decreto milleproroghe, andrebbero oggi aggiunti altri 55000 lavoratori, della cui numerosità il Governo non sapeva, e per i quali aveva ipotizzato di tornare a occuparsene in seguito, non trattandosi di posizioni urgenti. Per questi – almeno per i più giovani – si dovrebbero però pensare soluzioni diverse dalla deroga: estendere il trattamento di disoccupazione, o promuoverne la partecipazione a lavori socialmente utili, potrebbero essere soluzioni da valutare, ma soprattutto sarà necessario cominciare a considerare normale che un sessantenne sia lavorativamente attivo.

Naturalmente, i commenti dei Senatori in Aula non sono stati dei più sereni, tanto dal PdL che dal Pd si sono alzate richieste di un maggiore impegno e soprattutto maggiore coinvolgimento delle parti sociali e del Parlamento. Da Lega e IdV, è stata invece ribadita la richiesta di lasciare il Governo. Soprattutto, dai due maggiori partiti è stata espressa la necessità di legare la soluzione del problema esodati all’approvazione della riforma del mercato del lavoro, che il Governo vorrebbe avere prima del 28 giugno, prima degli importanti appuntamenti internazionali che aspettano il Premier Monti. Che allora dovrebbe valutare l’ipotesi di affiancare la Fornero nel gestire la caldissima pratica.