L’onda rosa è arrivata

onda rossa

L’onda rosa è arrivata

 

Alla fine, l’onda rosa c’è stata, sia pure in misura leggermente inferiore alle attese. La gauche vince nettamente il secondo turno delle elezioni legislative francesi, tenutosi il 17 giugno, e consente al nuovo presidente François Hollande di evitare le insidie di una logorante coabitazione con un governo di un colore differente.

[ad]Con 343 parlamentari in suo appoggio (10 del FG, 280 del PS, 12 del RDG, 17 del VEC, 2 del REG e 22 indipendenti di sinistra), Hollande supera ampiamente la maggioranza prevista di 289 seggi necessaria per il controllo dell’Assemblea Nazionale. Si tratta di una maggioranza simile a quella su cui poteva contare il suo predecessore Sarkozy nella legislatura 2007 – 2011, composta da 342 elementi; inoltre, si tratta della più ampia maggioranza mai conquistata dalla sinistra francese nel corso della V Repubblica.

Risultati delle elezioni legislative francesi
2007 – 2012

Come si evince dal report dei risultati 2007 e 2012, il numero di cittadini chiamati a votare al secondo turno del 2012 era nettamente maggiore rispetto al 2007, segno del minor numero di elezioni dirette intercorse in questo appuntamento elettorale: la conclamata debolezza dell’UMP ed il travaso di voti verso il FN da un lato, e la maggior forza del PS dall’altro hanno spesso dato origine a strutture tripolari – sia pure di diversa forza tra loro a seconda delle circoscrizioni – spesso in grado di impedire ad un qualsiasi candidato il raggiungimento della maggioranza assoluta dei voti.

Il differente numero di iscritti al voto tra il 2007 ed il 2012 e naturalmente il differente numero di scontri che richiedono il ballottaggio rende inutile il confronto sul numero dei votanti ai due ballottaggi riportati in tabella; tuttavia ha particolare valore il dato dell’affluenza percentuale alle urne, che conferma e anzi accentua il calo rispetto al 2007 già evidenziato al primo turno.
Se nel 2007 l’affluenza era rimasta praticamente immutata tra primo e secondo turno (appena un -0,44%), in questa tornata elettorale il calo è stato molto più sensibile: -1,83%. Le differenze tra 2012 e 2007 passano quindi da un -3,19% del primo turno ad un -4,58% del ballottaggio, e questo malgrado un più elevato numero di scontri triangolari e in generale battaglie più aperte rispetto al 2007, quando l’UMP staccava nettamente tutte le altre formazioni.
Il calo dell’affluenza, confermato anche da indagini geografiche in tal senso, riguarda una maggiore impermeabilità tra i partiti francesi rispetto al 2007, soprattutto a destra: la progressiva disillusione verso l’UMP ed il relativo passaggio al FN ha fatto sì che al centrodestra francese venisse meno una parte di quel flusso di ritorno di cui poteva godere da destra nel caso di scontri a due con candidati di sinistra. Si tratta di un’evoluzione, per quanto al momento di piccola entità, che se fosse confermata da rilevazioni future segnerebbe veramente una svolta nello scacchiere politico d’oltralpe.

Mappa elettorale delle elezioni legislative 2012

Lo spostamento dell’asse politico francese verso sinistra è evidente: l’UMP passa da 313 seggi a 194, perdendo il 38% del proprio potere parlamentare. Dal punto di vista geografico l’UMP conserva le proprie roccaforti della Costa Azzurra, del centro-nord e dell’Alsazia-Lorena, ma mostra un arretramento generalizzato su tutto il territorio nazionale in favore delle forze di centrosinistra.

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[ad]Tra gli sconfitti della tornata elettorale anche il centro di Bayrou, che vede fallire nei pochissimi seggi conquistati il sogno di fornire un’alternativa al bipolarismo che da sempre caratterizza la politica francese.
Se quattro seggi ottenuti dalle due liste centriste sono da considerarsi come una sconfitta, i due seggi conquistati dal FN sono al contrario un risultato di portata storica: per la prima volta il partito di estrema destra entra in parlamento, grazie a due elezioni in una delle aree tradizionalmente più a destra del Paese, il sud-est costiero. Non altrettanto positive le prestazioni nell’altra parte della Francia dove il FN raccoglie numerosi consensi, il nord-est, dove la formazione della Le Pen non è riuscita ad eleggere rappresentanti.

Passando alle formazioni di centrosinistra, queste appaiono tutte in crescita, in termini di seggi, rispetto al 2007, mostrando un successo generalizzato a livello di maggioranza presidenziale e non riferito ad un singolo partito. Questa crescita anche piuttosto omogenea in termini percentuale è spiegabile naturalmente con gli accordi di coalizione al ballottaggio, che hanno visto sostegni reciproci negli scontri contro la destra e vere e proprie cessioni dei seggi per abbandono del ballottaggio negli scontri tra esponenti della medesima coalizione.
Geograficamente, il centrosinistra è dominante in tutta l’area occidentale del Paese (il sud-ovest pirenaico in particolare) e nel nord-est. Non sono tuttavia da trascurare le vittorie ottenute nell’area parigina, della Lorena e del Rodano, che mostrano una capacità di penetrazione assolutamente degna di nota in territori storicamente più legati alla destra.
L’unico neo della prestazione del centrosinistra riguarda forse proprio il suo partito principale: per quanto con 280 seggi il PS sia di gran lunga il primo partito, per quanto aumenti del 50% il risultato del 2007, c’è forse un senso di occasione sprecata. Conteggiando i ballottaggi in cui era primo partito al termine del primo turno e sommandoli ai seggi conquistati già nella prima tornata di votazione, per il PS 287 seggi era forse il risultato minimo atteso, con previsioni forse troppo ottimistiche che si spingevano fino ai 300 seggi. Al PS è mancata quella forza propulsiva che nel 2007 gli permise di conquistare diversi seggi al ballottaggio partendo anche da dei -10% dopo il primo turno, un quid che avrebbe trasformato una vittoria in un trionfo.

Risultati delle elezioni legislative 2012
aggregati per dipartimento

Essendo il sistema francese un maggioritario a doppio turno, il peso e l’importanza dei candidati assume un valore spesso determinante nell’assegnazione di un seggio; al tempo stesso, l’elezione o la mancata elezione di un esponente di peso di questo o quel partito spesso può trasformare una sconfitta in una vittoria o viceversa.
Diventa quindi importante una panoramica sul risultato dei principali esponenti della politica francese.

In primo luogo, si registra un’approvazione piena per la squadra di governo voluta da Hollande: nessuno dei ministri, infatti, è stato bocciato nella competizione elettorale – cosa che da prassi comporta le dimissioni dal ruolo di governo. In particolare, il Primo Ministro Jean-Marc Ayrault aveva già ottenuto l’elezione al primo turno nella 3° circoscrizione della Loire-Atlantique.
Tra gli altri esponenti del PS, fa sicuramente scalpore la disfatta di Ségolène Royal al ballottaggio nella 1° circoscrizione della Charente-Maritime ad opera del dissidente PS Falorni, sostenuto tra gli altri dalla première dame: una sconfitta bruciante per la candidata all’Eliseo 2007, e la fine delle sue ambizioni di presidenza dell’Assemblea Nazionale.

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[ad]Passando all’UMP, si nota la riconferma in Assemblea dell’ex-Primo Ministro François Fillon nella 2° circoscrizione di Parigi, ma sono molti gli esponenti del vecchio esecutivo ad aver fallito l’elezione: dal Ministro del Lavoro Nadine Morano, battuta nella 5° circoscrizione del Meurthe-et-Moselle, al Segretario di Stato Frédéric Lefebvre, sconfitto nella 1° circoscrizione estera; dalla pluri-incaricata Michèle Alliot-Marie, superata nella 6° circoscrizione dei Pyrénées-Atlantiques, a Salima Saa, presidente dell’Agence nationale pour la cohésion sociale et l’égalité des chances, che fallisce l’elezione nella 8° circoscrizione del Nord.

Dando un occhio agli altri partiti, falliscono l’elezione i leader nazionali di MoDem, FN e FG, rispettivamente François Bayrou (2° circoscirzione dei Pyrénées-Atlantiques), Marine Le Pen (11° circoscrizione del Pas-de-Calais) e Jean-Luc Mélenchon (11° circoscrizione del Pas-de-Calais).
Entrano invece in Assemblea Jean-Christophe Lagarde del Nouveau Centre (5° circoscrizione di Seine-Saint-Denis), Nicolas Dupont-Aignan di Debout la République (8° circoscrizione dell’Essonne) e Jean-Louis Borloo del Parti Radical Valoisien (21° circoscrizione del Nord).
Anche se Marine Le Pen fallisce l’elezione, il cognome entra in Assemblea: Marion Maréchal-Le Pen, studentessa di legge, riesce dove ha fallito la zia centrando l’elezionenella 3° circoscrizione di Vaucluse. Con i suoi ventidue anni si tratta del più giovane deputato della storia repubblicana francese.

Sebbene le percentuali raccolte dai partiti di sinistra non siano da record per la storia elettorale del Paese, a causa degli smottamenti del voto dell’UMP la Francia si trova sicuramente in un momento storico di sbilanciamento a sinistra senza precendenti. Non solo, infatti, la maggioranza conquistata da Hollande all’Assemblrea Nazionale è la più ampia – a sinistra – di sempre, ma con questa vittoria elettorale la sinistra si ritrova depositaria di una serie di poteri senza precedenti nella storia di questa parte politica:

Bisogna risalire al 1995, alla fine dell’era Mitterand e al primo mandato di Chirac, per trovare una concentrazione di poteri in mano ad una sola parte politica – la destra – paragonabile all’attuale. Il popolo francese ha dato, nel corso degli ultimi anni, dato un mandato alla sinistra pieno e totale; Hollande e la coalizione in suo sostegno si ritrovano ad avere massima libertà di azione, e proprio per questo non avranno giustificazioni in caso di fallimento.