Napolitano reagisce alle accuse: insinuazioni costruite sul nulla

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“Una campagna di insinuazione e sospetto costruita sul nulla”: sarebbe questo il succo delle novità sulla trattativa Stato-Mafia, che vorrebbero coinvolto il Presidente Giorgio Napolitano nel tentativo di interferire nelle indagini, di cui da giorni parlano i quotidiani e che ieri è stato al centro di un’accesa discussione alla Camera tra Antonio Di Pietro e la Ministro Severino.

[ad]Il commento è dello stesso Presidente della Repubblica, che ne ha parlato a margine della festa organizzata per l’anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, nella famosa caserma di Coppito, a L’Aquila.

Il contesto è quello della fine della Prima Repubblica, con “Mani Pulite” che spazza via tutti i protagonisti della scena politica del tempo, creando così un campo fertile per la nascita di quella che è stata poi ribattezzata “Seconda Repubblica”. In questo contesto, ci sarebbe stata una trattativa tra la mafia – in cerca di nuovi appoggi politici – e parti dello Stato, interessate far cessare l’ondata di stragi in atto, come quella di via Georgofili, via Palestro, San Giovanni in Laterano, oltre a quelle in cui restarono vittime Falcone e Borsellino.

Nei giorni scorsi, come si diceva, venivano pubblicate alcuni colloqui tra l’allora ministro degli Interni, Nicola Mancino e il consigliere giuridico del Quirinale, Loris D’Ambrosio, nelle quali quest’ultimo rassicura Mancino del fatto che Napolitano condivida le sue preoccupazioni (in merito alla possibilità che le tre procure che stanno gestendo il caso arrivino a conclusioni contrastanti), e pertanto si sarebbe attivato per il coordinamento delle indagini. Difatti, Napolitano ha inviato una lettera al Procuratore Generale della Cassazione per valutare l’esercizio dei suoi poteri di coordinamento. La lettera ha fatto gridare allo scandalo il Segretario dell’IdV, che ieri ha chiesto ufficialmente al Guardasigilli di intervenire.

Nel frattempo, numerosi opinionisti sono intervenuti affermando che il Presidente Napolitano è intervenuto esercitando i suoi poteri, dipingendolo come “cerniera” tra i poteri istituzionali: nulla di anomalo ne di illecito, quindi, ci sarebbe nella sua azione, tanto più che le stesse affermazioni erano state fatte ancor prima delle telefonate intercorse tra il suo collaboratore ed il Senatore Mancino e corrisponderebbero al suo pensiero ed alla legge stessa.

Resta, se si tratta di “una bolla di sapone” (come scrive Michele Ainis sul Corriere), la domanda classica – e non di meno la più inquietante – in questi casi: “cui prodest?”, a chi giova minare la statura politica del regista dell’attuale stagione politica, la figura più apprezzata dall’opinione pubblica tra quelle istituzionali.