Un vertice interlocutorio, ma con qualche nota positiva

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Il rilancio dell’economia, e l’intangibilità dell’euro. È con questi obiettivi comuni che si sono lasciati i “quattro moschettieri”, come li ha ribattezzati qualche giornale, Monti, Merkel, Hollande e Rajoy.

Un vertice pensato come interlocutorio, in vista del vertice di fine mese, quando saranno presenti anche gli altri leader europei.

[ad]Un vertice, tra l’altro, arrivato dopo le divisioni espresse ieri nella riunione dei ministri economici che, chiamati a discutere della richiesta greca di dilazionare i tempi di rientro di due anni, hanno risposto in ordine sparso, e dopo le preoccupazioni espresse dal Fondo Monetario Internazionale, che ha espresso forti preoccupazioni sulla tenuta dell’Eurozona, laddove sforzi economici anche pesanti come quelli già sostenuti, si rivelano non sufficienti a fronteggiare le tensioni dei mercati.

Anche sul fronte interno, per Monti, cominciano a evidenziarsi le prime avvisaglie di pericolo, che l’hanno portato ad affermare la necessità di risultati politici importanti dal vertice appena concluso per spegnere le fiammate di antieuropeismo che –a detta del Premier – affiorano ora anche in Parlamento, che hanno portato il Presidente Napolitano a ricordare – oggi – che “nessuno si salva da solo”.

L’obiettivo era arrivare ad una road map abbastanza precisa, avente come obiettivo la crescita, che prevedesse una più stretta “unione bancaria”, magari anche gli eurobond.

Il risultato del vertice lascia in realtà un po’ dei dubbi sulla capacità dei leader di raggiungere degli accordi concreti. Almeno al livello delle intenzioni, però qualche passo avanti è stato fatto. La crescita, per esempio, è ora all’ordine del giorno per tutti – e questo è un merito senz’altro ascrivibile al Presidente francese Hollande, una sua promessa elettorale mantenuta. E la Tobin tax, anche quella è stata concordata dai quattro: bisognerà però vedere cosa ne pensa Cameron, che vi si era già opposto, perché di certo non la si applicherà in soli quattro Paesi. Gli Eurobond, di cui ora anche Hollande parla “in prospettiva”, in vista di una maggiore unità politica e bancaria, restano invece in stand-by.

Ma su tutto regna l’ortodossia dei bilanci in regola, dai quali la Cancelliera tedesca non si sposta di un millimetro: per una maggiore solidarietà, è necessario maggiore rispetto delle regole, e controlli, per evitare che casi come quello greco, ma prima ancora francese e tedesco, si ripetano in futuro.

Ecco, il risultato di questo incontro, se non altro, è stato avvicinare Hollande e la Merkel sul tema dell’unità politica dei Paesi dell’Eurozona. Vedremo se gli impegni presi oggi resisteranno fino alla prossima settimana