Destini incrociati: l’isolamento di Berlusconi e Fini
Destini incrociati: l’isolamento di Berlusconi e Fini
Silvio Berlusconi si prepara a tornare in campo. La lenta marcia d’avvicinamento alle elezioni, che difficilmente si trasformerà in un precipitoso ritorno alle urne, vede l’ex premier da qualche giorno impegnato a rilanciare la sua leadership nei moderati.
[ad]L’altro giorno aveva promesso di restare alla guida del centrodestra o – almeno – del Pdl fino a quando gli elettori glielo consentiranno. Questo pomeriggio, dopo l’incontro col presidente del consiglio, Mario Monti è andato ancora più nel dettaglio dei suoi piani politici in vista del 2013.
“In un governo Alfano io potrei fare il ministro dell’Economia” ha dichiarato subito dopo l’uscita dal vertice. Al tempo stesso ha tirato le orecchie al suo successore alla guida del governo per l’eccessiva indeterminatezza su mercato del lavoro, vertice europeo, sviluppo.
Difficile a questo punto non immaginare che dietro a questa escalation di esternazioni per Berlusconi non si ripresenti il desiderio di ricandidarsi tout court come candidato premier del Pdl, puntando a raccogliere il 40% per poter accedere ai premi di maggioranza alla Camera e al Senato.
Numeri molto lontani dal potenziale attuale per il partito nato con un annuncio su un predellino nel dicembre del 2007. A peggiorare la situazione l’intenzione sempre più forte da parte di Pierferdinando Casini di uscire dall’area del Terzo Polo per abbracciare il Pd di Bersani.
Contesto angusto, che il Pdl riversa interamente all’esterno. Non cercando alleanze, ma radicalizzando la sua azione. In aperto dissenso con le nomine della società civile proposte dal Partito Democratico (Colombo e Tobagi) il Pdl ha fatto mancare il numero legale nel CdA Rai, bloccando ogni decisione.
Un isolamento analogo lo sta vivendo in queste ore Gianfranco Fini. Per il presidente della Camera – secondo quanto riporta “Libero” – potrebbe farsi concreta un’ipotesi impensabile fino a qualche mese fa: non ricandidarsi alle prossime legislative, lasciando Futuro e Libertà ai colonnelli che ha cresciuto in questi due anni. Una scelta obbligata al momento dalla sostanziale scomparsa dei futuristi fra gli apprezzamenti dell’opinione pubblica, ma in particolare dalla nuova direzione intrapresa dal suo alleato Pierferdinando Casini, che ha sciolto Fli-Udc-Mpa-Api dal vincolo del Terzo Polo subito dopo le amministrative di maggio.